Veneto Banca riduce valore azioni (sposerà Popolare Vicenza). Rabbia dei piccoli

Veneto Banca riduce valore azioni (sposerà Popolare Vicenza). Rabbia dei piccoli
Veneto Banca riduce valore azioni (sposerà Popolare Vicenza). Rabbia dei piccoli

ROMA – Assemblea di fuoco per Veneto Banca: dopo 7 ore, venerdì 17 aprile è stato approvato il bilancio e la contestuale diminuzione del valore delle azioni. Questa la sintesi del programma per i prossimi mesi di Veneto Banca: prima la trasformazione in Società per azioni, nel più breve tempo possibile perché tardare non serve, quindi la ricerca di un partner, sia esso un socio istituzionale forte o un altro istituto, quotato o meno, con il quale fondersi. Con il primo passaggio obbligato ed il secondo subordinato alla semplice scelta di rimanere una sigla autonoma o il player “paritetico” di un soggetto di natura e dimensione confrontabili.

Hanno votato a favore il 91,2 per cento dei soci rimasti in sala, sotto la tensostruttura allestita a villa Loredan Gasparini di Venegazzù: solo quaranta soci hanno votato contro alla proposta di bilancio e alla diminuzione del valore delle azioni, fissato da oggi dunque 30,5 euro (il valore precedente era di 39,50 euro). Erano presenti al voto, al termine dell’assemblea, poco più di duemila soci (1430 di persona, 618 per delega). In apertura la partecipazione aveva sfiorato le quattromila persone, di cui tre quarti intervenuti di persona. L’assemblea, guidata dal presidente Francesco Favotto, ha vissuto momenti di tensione e rabbia, soprattutto da parte dei piccoli azionisti che si sono sentiti “traditi” dagli amministratori (Daniele Ferrazza, La Tribuna di Treviso).

Mai nominato espressamente, il riferimento al player paritetico è alla Banca Popolare di Vicenza, sigla che viene data come la candidata più probabile e rispetto alla quale i pro e i contro si sono di fatto equilibrati nei vari interventi dei soci riuniti in assemblea. L’assemblea, che ha approvato il bilancio 2014 con una perdita di 968 milioni, ha anche dato l’ok con oltre il 90% dei presenti alla svalutazione del valore delle azioni da 39,5 a 30,5 euro.

Un tema, quest’ultimo, sul quale il Movimento dei Consumatori ha preannunciato un esposto alla procura della Repubblica di Roma dopo aver ricevuto ”centinaia di segnalazioni” e visto che ”per gli azioni, per i quali per mesi e’ stato impossibile vendere titoli, si prospetta un notevole danno”. Giusto per capire di cosa si tratta, è significativo uno dei messaggi inviati dai lettori all’articolo della Tribuna di Treviso: “Sono un fornaio mi avete deluso: perché non vi tagliate voi lo stipendio?”.

A tenere banco, dopo il varo della riforma delle Popolari da parte del governo, è il risiko bancario. L’ipotesi di un matrimonio con la Popolare di Vicenza, hanno indicato gli azionisti negli interventi, hanno vantaggi e svantaggi. I pro stanno sta nella contiguità territoriale e nella sostanziale omogeneità dei tessuti socioeconomici ai quali le due banche si rivolgono.

I motivi a sfavore riguardano invece le debolezze evidenziate anche dal bilancio dell’istituto vicentino, simili a quelle di Veneto Banca, e la sovrapposizione della rete delle filiali in gran parte del Veneto centrale. L’ipotesi di fusione, invece, con un istituto già quotato è vista con favore in particolare da chi legge in questo percorso la possibilità di cedere le proprie partecipazioni, oggi di fatto molto difficilmente liquidabili.

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