VERONA – Edizione numero 113, oltre 2700 cavalli in mostra, di 650 razze che provengono dai Paesi più disparati, dall’India all’Equador. Sono alcuni degli ottimi numeri di Fieracavalli, tra le rassegne più apprezzate al mondo del sett0re, che si terrà a Verona tra il 3 e il 6 novembre.
La prima cosa che balza agli occhi è la crescita del settore (vale circa 6,5 miliardi di euro solo in Italia) nonostante la crisi. E nella crescita la rassegna di Veronafiere ha un indiscutibile merito di traino. La soddisfazione, però, come spiega il direttore di Veronafiere Giovanni Mantovani, viene anche da un’indagine realizzata dallo Studio Marco Bocconi che mostra come il cavallo, in un’ideale classifica, per gli italiani venga subito dopo cane e gatto. Lo studio, in qualche modo, sembra far pensare che la sparata anti-redditometro del senatore Antonio Tomassini del Pdl (disse che il cavallo, in quanto animale d’affezione non andava inserito tra i beni di lusso), non fosse poi così fuori dal mondo.
Mantovani, ovviamente, è soddisfatto: “In un mondo di giovani-adulti cresciuti tra videogiochi e fantascienza, lontani anni luce dai cavalli e dal loro mondo è stata una sorpresa scoprire che i diciottenni-trentenni sono affascinati da ciò che il cavallo evoca”.
Fieracavalli è divisa in quattro aree distinte: il western show, il salone del cavallo arabo, quello del cavallo spagnolo e il Salone Italialleva, pensato proprio per dare più spazio al lavoro italiano nel settore.