WASHINGTON – Secondo il viceministro dell’Economi,a Vittorio Grilli, in Italia ”la fase acuta della crisi è finita”. Per Grilli la ripresa della crescita economica ci sarà già entro il prossimo settembre.
E un messaggio positivo arriva anche dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, per il quale le condizioni del credito nel nostro Paese ”stanno migliorando”, nonostante famiglie e imprese siano ancora alle prese col fenomeno del credit crunch.
Grilli ha parlato della missione a Washington presso le autorità del Fondo Monetario Internazionale: ”Siamo tornati alla normalità, facciamo parte di un processo normale di monitoraggio da parte del Fondo. In questi giorni non si è praticamente parlato del nostro Paese e questo è un buon segno. Quando se ne è parlato è stato solo per sottolineare le cose positive fatte”.
Grilli si dice dunque ottimista sul futuro, convinto innanzitutto che la crisi del debito nell’Eurozona ”sarà risolta nel 2012”, con benefici anche per la crescita della nostra economia: ”Gli effetti delle misure di risanamento e le tensioni sui mercati finanziari del credito daranno probabilmente un risultato negativo nella prima metà di quest’anno. Ma – ha detto intervenendo alla riunione dell’International monetary and financial commettee – ci sono segnali di miglioramento che suggeriscono una moderata ripresa già a partire dal terzo trimestre”.
Una novità, visto che finora per il ritorno della crescita si parlava della fine dell’anno. Grilli – forte dell’apprezzamento rivolto all’Italia da parte dell’Fmi e del G20 – respinge quindi con fermezza le critiche di accusa al governo Monti di puntare solo al risanamento e non alla crescita.
”L’unico modo per uscire dalla crisi è fare le riforme per il consolidamento del bilancio e quelle strutturali per migliorare la crescita potenziale”, afferma nel corso della conferenza stampa finale tenuta insieme al governatore di Bankitalia. Sottolineando come senza risanamento non c’è ripresa, e come ”bisogna evitare la sensazione che abbiamo fatto l’aggiustamento fiscale ma non c’e’ crescita, e che dunque abbiamo sbagliato”. E’ solo che i due percorsi, iniziati insieme, ”hanno tempi diversi”: gli effetti del risanamento si vedono prima, quelli della crescita nel tempo.
Il governo – ha comunque ribadito Grilli – è determinato ad andare avanti sul fronte dei tagli alla spesa pubblica, ”indipendentemente dal fatto che ce lo chiedano o meno”. ”Non stiamo tralasciando nulla – ha spiegato – anche eventuali dismissioni del patrimonio pubblico per abbattere il debito”.