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Volkswagen: crollo in Borsa coinvolge tutto il settore

di Warsamé Dini Casali |22 Settembre 2015 19:16

Volkswagen: crollo in Borsa coinvolge tutto il settore

ROMA – Chiudono in netto calo le quotazioni della Volkswagen sul listino di Francoforte, dove le azioni ordinarie crollano lasciando sul campo il 18%. Il Gruppo di Wolfsburg ha annunciato accantonamenti per 6,5 miliardi di euro per fronteggiare lo scandalo.

Volkswagen termina in calo del 18,84%, dopo aver raggiunto anche il -22%. La Borsa di Francoforte chiude perdendo il 3,8% a 9.570,66 punti. Parigi scende del 3,42% a 4.428.51 punti, Milano del 3,33% a 21.031,8 punti, Londra cala del 2,83% a 5.935,84 punti e Madrid del 3,15%. Anche Wall Street è in netta discesa, penalizzata da minerari ed energetici.

Pesanti vendite su Fiat-Chrisley che ha perso il 6,21% a 11,93 euro con il mercato che continua a guardare con preoccupazione gli sviluppi della vicenda Volkswagen con la Francia che ha chiesto l’apertura di un’inchiesta europea che faccia luce sull’operato della casa automobilistica tedesca e, nel pomeriggio, anche nella stessa Germania è stata avviata un’inchiesta. L’inchiesta aperta dall’Epa (Agenzia per la protezione ambientale Usa) potrebbe portare a una maxi-multa da 18 miliardi di dollari con possibili implicazioni penali per la casa di Wolfsburg, che oggi ha lanciato anche un profit warning sul 2015. A Piazza Affari ha chiuso in profondo rosso anche Exor (-6,35% a 38,77 euro), la holding che controlla Fiat-Chrysler.

Ci si potrebbe chiedere come mai i concorrenti di Volkswagen non approfittino della sua debacle reputazionale e finanziaria. In realtà, oltre certe soglie di perdite sui mercati, il crollo coinvolge tutti i protagonisti del mercato, è la legge degli algoritmi che in automatico scelgono il tasto “sell” (vendi).

Inoltre, è razionale l’aspettativa di controlli e test sulle emissioni nocive più ferrei e rigorosi, vale a dire più costi per le aziende. Sergio Marchionne ha stimato in 1800-2000 euro a vettura il costo delle norme sulle emissioni di Co2 fissate per il 2020: “i prezzi salirebbero e venderemmo meno macchine”.

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