Voucher, Di Maio possibilista: “Su agricoltura e colf se ne può parlare”

Voucher, Di Maio possibilista: "Su agricoltura e colf se ne può parlare"
Voucher, Di Maio possibilista: “Su agricoltura e colf se ne può parlare”

ROMA – “I voucher erano nati per alcuni lavori, come quelli domestici di Colf e badanti, e in alcuni casi nell’agricoltura. Se il tema è questo se ne può discutere”: il vice premier Luigi Di Maio è intervenuto ad Agorà su un tema caro alla Lega e inviso invece ai sindacati. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Il ministro del Lavoro è contrario invece alla reintroduzione dei “voucher come aveva fatto Renzi e i sui amici: ci si pagavano anche gli ingegneri…erano usati per un contratto di una giornata e con quello, ai fini Istat, era come se si era lavorato una settimana, e questo aveva fatto impennare i conti degli occupati in Italia”.

Insomma il balletto sui voucher è tornato di moda nel dibattito politico. Per la Lega il voucher è la soluzione per far emergere il lavoro nero nell’agricoltura senza penalizzare le aziende. “La richiesta è sul tavolo di Di Maio da sabato mattina. I voucher erano nati per la vendemmia, un lavoro stagionale. Gli agricoltori li rivogliono e spero che siano pronti prima della vendemmia. Tra l’altro sono nel contratto di governo e combattono il nero”: mentre il governo approva il dl dignità, il ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, intervistato da Repubblica, incalza sui voucher, lasciati fuori dal provvedimento.

Aggiunge che quella sul caporalato è “una legge che non funziona. E non capisco l’alzata di testa di Pd e Cgil e la polemica che ne è seguita. Discutiamo, sono disponibile a incontrarli. Ma qualcosa non va nella legge se le bidonville e i caporali sono ancora lì”, “invece di sequestrare le aziende, sarebbe meglio multarle o convincere a venire allo scoperto imponendogli l’uso dei voucher. Non voglio colpire gli imprenditori, ma i caporali”. Suggerisce “una task force tra Magistratura e Forze dell’ordine. Sono disposto a mettere l’esercito nei campi, se necessario, ma certe situazioni devono sparire. Siamo in Italia, non nel deserto. Non si può continuare a non vedere”.

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