Wall Street sulle montagne russe. In forte calo le Borse europee

Wall Street sulle montagne russe. In forte calo le Borse europee (foto Ansa)
Wall Street sulle montagne russe. In forte calo le Borse europee (foto Ansa)

ROMA – Wall Street sulle montagne russe. Milano giù.  La Borsa americana, nel giro di pochi minuti, questo pomeriggio è passata da un rosso del 2% a un guadagno dell’1,5% e ora naviga attorno alla parità. Piazza Affari conclude la seduta con un passivo del 2,08%.

Londra segna -2,64%, Francoforte -2,32% e Parigi -2,35%. A Piazza Affari Fineco tra le più in sofferenza, in calo di oltre quattro punti. Brilla invece Intesa dopo i conti 2017 e il piano di impresa. Wall Street apre in calo e dopo una parentesi in positivo gira nuovamente in calo testimoniando l’altissima volatilità di queste ore. Fino a ieri sera, calcola Bloomberg, la capitalizzazione globale delle azioni ha perso 4mila miliardi di dollari. Il Dow Jones cede ora lo 0,09%, mentre Nasdaq e S&P500 perdono rispettivamente lo 0,88% e lo 0,2%. Le prime ad accusare il colpo dopo il crollo di Wall Street, che ieri ha segnato la peggiore seduta dall’agosto 2011, sono state le piazze asiatiche. A trainare i ribassi questa mattina è stata Tokyo, che ha terminato la seduta con un crollo del Nikkei del 4,73%. In caduta anche gli arti mercati asiatici come Hong Kong, con l’indice Hang Seng che ha segnato un ribasso del 4,53%, verso il peggiore calo dall’agosto 2015. Negativa anche Shanghai, con il Composite idex che ha perso in chiusura il 3,35%. Il ministro dell’Economia, del Commercio e dell’Industria di Tokyo, Hiroshige Seko, senza commentare l’andamento dei mercati, ha voluto sottolineare ai microfoni dell’agenzia giapponese Kyodo, che “i profitti delle imprese sono a livelli record e che non c’è da essere pessimisti sul trend dell’economia giapponese”. LA PAURA PER L’INFLAZIONE USA A innescare la raffica di vendite sul mercato americano, che ha macinato record su record negli ultimi mesi, è stato innescato da un rialzo dei salari che ha suggerito un possibile rialzo dell’inflazione sopra le previsioni, con la conseguenza di una possibile accelerazione della stretta monetaria avviata dalla Fed. In altre parole, per tamponare un rialzo dei prezzi troppo repentino, la Banca Centrale Usa potrebbe decidere di procede a nuovi rialzi dei tassi a un passo più spedito. Un rialzo del costo del denaro, a sua volta, rischia di deprimere l’economia.

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