L’ incredibile settimana di Wall Street, una volatilità destinata a continuare

NEW YORK, STATI UNITI – Una delle più tumultuose e volatili settimane a Wall Street si è chiusa venerdi con un guadagno dell’1,1 per cento ma con crescenti preoccupazioni riguardo all’economia americana ed alla minaccia di un crisi finanziaria in Europa. Secondo gli analisti la volatilità è destinata a continuare e negli Stati Uniti lo spettro di una double-dip recession – una recessione seguita da un’altra – si fa più vicino.

E’ quanto emerge da un sondaggio condotto dal Wall Street Journal, che ha ascoltato una cinquantina di autorevoli economisti sulle prospettive economiche del Paese dopo la travagliata vicenda del debito e il downgrade da parte di Standard & Poor’s che per la prima volta ha tolto la tripla A agli Usa. Dal sondaggio viene fuori come le probabilita’ di una seconda ondata recessiva entro i prossimi dodici mesi – dopo quella seguita alla crisi dei mutui subprime nel 2008 – sono salite al 29%, rispetto al 17% previsto solo un mese fa. Per molti degli economisti intervistati, poi, di fatto la recessione e’ gia’ iniziata, colpa di una ripresa molto lenta (il Pil e’ cresciuto meno dell’1% nella prima meta’ dell’anno) e delle persistenti turbolenze sui mercati finanziari.

”L’altalenanza di Wall Street continuerà ancora a lungo”, rileva Sam Stovall, chief investment strategist a Standard & Poor’s nel settore della ricerca azionaria, ”perchè i mercati non sono mai stati così interconnessi e nuovi investitori aggravano le oscillazioni dei listini”. C’è poi da dire, aggiunge, ”che per gli investitori il ricordo del 2008 è ancora fresco, e quindi tendono a vendere prima di fare domande”.

La fiducia degli investitori, scrive il New York Times, è ulteriormente erosa dal fatto che tutti i mercati occidentali sembrano muoversi in sintonia, subendo ribassi disgregatori simultaneamente. Ciò rende difficile per gli investitori trovare un posto sicuro dove parcheggiare il loro denaro – di qui la corsa verso la liquidità ed altri rifugi come l’oro e i bond degli Stati Uniti – e aumenta le preoccupazioni per i rischi interconnessi tra le crisi americana ed europea.

”La settimana trascorsa è stata incredibile, con la paura che ha regnato sovrana”, dice Scott Wren, senior equity strategist alla Wells Fargo Advisors. ”E i problemi che travagliano gli Stati Uniti e l’Europa non sono stati risolti. Martedi la Federal Reserve ha dato agli investitori una boccata d’ossigeno assicurando che manterrà i tassi di interesse vicini allo zero per altri due anni, e l’indice S & P ha fatto un balzo del 4,4 per cento. Dal canto suo la Banca Centrale Europea ha cercato di stabilizzare i mercati acquistando bond italiani e spagnoli per calmare le apprensioni degli investitori sulla capacità dei due Paesi di onorare il loro debito.

Ma gli effetti benefici di queste iniziative non sono durate a lungo. Già mercoledi mattina le azioni bancarie erano sotto attacco da parte degli investitori preoccupati da un’altra crisi come la precedente o da un’altra recessione. L’indice S & P ha perso il 4,4 per cento. Giovedi, il bando delle vendite allo scoperto da parte di vari Paesi europei ha avuto effetti benefici, e l’indice S & P è salito del 4,6 per cento. Venerdi il rialzo dell’indice delle vendite al dettaglio ha fermato l’altalena. Lo S & Poor ha guadagnato mezzo punto per cento, chiudendo la settimana con un calo dell’ 1,7 per cento.

In Europa le cose non sono andate meglio. Nonostante che la seduta di venerdi si sia chiusa in positivo (con un rialzo del paniere europeo Stoxx 600 pari al 3,6%), per le borse del Vecchio Continente si è chiusa la terza settimana consecutiva al ribasso. Con un calo settimanale dello 0,6%, i listini del Vecchio continente per la prima volta dal marzo 2009 sono entrati tecnicamente in ”area Orso”. Lo Stoxx è sceso del 23% dai picchi di febbraio, per atterrare ai minimi del 10 agosto. E a conferma del fatto che i timori degli operatori rimangono elevati basta guardare all’indice europeo sulla volatilità, che nelle ultime cinque sedute è aumentato del 14,3%.

Gli analisti che cercano di capire cosa sta succedendo a Wall Street possono scegliere tra varie cause. Nuovi dati secondo cui l’economia americana sta peggiorando e potrebbe andare in recessione, il downgrade di Standard & Poor sui Treasurys, e i dati preliminari di venerdi sulla fiducia dei consumatori  scesi ai loro valori più bassi dal maggio 1980. In più, c’è la diffusa paura sulla solvibilità dei governi europei e che i loro problemi possano estendersi agli Stati Uniti. Nella trascorsa settimana l’Euro Stoxx 50 è calato del 2,9 per cento, ed è sceso del 12 per cento in un anno, ovvero quasi il doppio del declino del 6,3 per cento subito dallo S. & P. 500 da gennaio.

Riferendosi alla volatilità di Wall Street Brian Youngberg, analista di Edward Jones, ha detto ”praticamente ogni giorno è stato come il dottor Jekyll e Mr. Hide”. E ha aggiunto: ”L’economia globale è attualmente così incerta che gli investitori cambiano le loro prospettive di azione. Mentre i mercati scendono essi vedono questo fatto come un’opportunità di comprare a prezzi bassi, dando luogo una volatilità straordinaria”.

 

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