Warning risparmio da Mattarella e Visco. Salvini e Di Maio: state sereni

Warning risparmio italiano da Mattarella e Visco. Salvini e Di Maio: state sereni
Warning risparmio da Mattarella e Visco. Salvini e Di Maio: state sereni (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Warning risparmio, allarme per i risparmi degli italiani. Allarme neanche tanto preventivo perché il minor valore dei titoli di Stato italiani in portafoglio ha già limato il valore dei risparmi delle famiglie italiane. Titoli di Stato in portafoglio? In portafoglio di chi? Di tutti i risparmiatori, anche di chi titoli di Stato italiani non possiede direttamente. Basta aver investito in un Fondo Comune, con percentuali varie non ce n’è un o che non abbia Btp nel paniere.

Warning risparmio, allarme risparmio soprattutto per domani. Domani inteso come prossime settimane e mesi. Non un astratto domani, un domani…eccolo. Spread a 300 circa, cioè costo del denaro più caro. Non solo per lo Stato, per la cassa pubblica che deve finanziarsi a debito per pagare pensioni (già pure quelle nuove e in più) e stipendi. Denaro più caro e più scarso da farsi prestare anche per le aziende e imprese. Anche quelle ristorate dal condono fiscale. Sì, sanatoria e spugna sulle tasse passate e dimenticate e nascoste. Ma domani meno prestiti dalle banche, prestiti più cari e quindi meno investimenti, produzione, occupazione, affari.

Spread a 300 circa e Pil che si pianta come un cavallo che rifiuta l’ostacolo fanno forse (forse) capire a M5S che le banche non sono l’escrescenza maligna che succhia linfa vitale all’economia e che più le si bastona meglio è. Le banche, il sistema del credito sono ciò su cui poggia l’edificio stesso dell’economia. Colpisci il credito, con lo spread alto, e avrai tutto a rischio, anche il risparmio.

Perché non solo il Pil si pianta e lo spread non schioda da 300 e quindi il debito pubblico costa allo Stato 5 miliardi in più, 5 miliardi che dovrà pagare il contribuente. Chi altri se no? Non solo Pil si pianta e tutto il resto. Anche i posti di lavoro calano come da rilevazione freschissima di annuncio.

E se il Pil si pianta, spread non schioda, interesse sul debito si gonfia, allora deficit si allarga. Forse altro che 2,4%. Forse, probabilmente 2,7 che già si calcola e forse anche tre per cento. Il che vuol dire non che Bruxelles si turba. Magari solo quello. Vuol dire far venire a tutti, in Italia e fuori, il concreto dubbio che Italia non paga i suoi debiti. Non tutti, non integralmente. Non nei tempi stabiliti. Si chiama ristrutturazione del debito e i vari Savona-Salvini con la ristrutturazione del debito italiano da tempo ci fanno più che petting. Qualcuno si fa venire anche il dubbio, per ora improbabile ma non infondato, che Italia non ripaghi i suoi debiti nella moneta pattuita quando li ha contratti i debiti. Non in euro.

Questi dubbi son cose concrete, sono soldoni. E si si affermano e diffondono questi dubbi per l’Italia c’è una cosa sola da fare. Mettere in una qualunque forma mano al risparmio privato degli italiani per garantire che l’enorme e montante debito pubblico sarà pagato. Patrimoniale, prestito forzoso, oro alla patria…La definizione è importante ma la sostanza è quella: risparmio privato a garanzia del debito pubblico.

Ed è quindi warning risparmio, allarme risparmio. Per quella quota di risparmio già erosa e mangiata. Tutto sommato ancora piccola. E per quel che potrebbe succedere al risparmio. Allarme dal presidente della Repubblica Mattarella che ricorda il dovere di tutelarlo e proteggerlo il risparmio. E non è che Mattarella stia scrivendo un temino sul risparmio. Lo dice oggi e non è una coincidenza. Warning risparmio nello strsso giorno da Ignazio Visco. Warning risparmio, allarme risparmio che si intensifica. Warning risparmio lanciato al governo.

E governo risponde. Salvini: “non ci sarà nessuna patrimoniale, nessuno toccherà i soldi risparmiati, in nessun modo”. Di Maio: “Il Pil si innalzerà insieme alla felicità”. Insomma da Salvini e Di Maio un chiaro state sereni. Ricorda qualcosa? Qualcosa dovrebbe ricordare. Lo “stai sereno” abbondava sulla bocca di Renzi, con Renzi è diventato proverbiale. Con Renzi era farsesco, la prima volta. La seconda con Salvini e Di Maio lo stati sereno potrebbe passare dalla farsa al dramma.

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