Web tax, all’annuncio non segue la legge: sparita dai radar, il gettito atteso è un altro buco di bilancio

Web tax, all'annuncio non segue la legge: sparita dai radar, il gettito atteso è un altro buco di bilancio
Web tax, all’annuncio non segue la legge: sparita dai radar, il gettito atteso è un altro buco di bilancio

ROMA – L’ultima manovra aveva inserito anche la web tax, con tanto di gettito previsto messo a bilancio, 150 milioni per quest’anno e 600 per il prossimo: ma come per il tentativo Gentiloni (mancano i decreti attuativi), basta dare un’occhiata al calendario per constatare un altro buco nell’acqua. E di bilancio, perché semplicemente quella voce in entrata è sparita, e non è stata sostituita.

Segnala l’Osservatorio sui conti pubblici diretto da Carlo Cottarelli, che per rendere effettiva la tassa (se si prevedono 150 mln nel 2019 contro i 600 del 2020 vuol dire che ci si aspettava di fare in tempo a tassare l’ultimo quarto trimestre) “sarebbe necessario il decreto entro fine luglio, visto che le disposizioni si applicano a partire dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale” (Repubblica.it).

L’imposta prevedeva un’aliquota del 3 per cento ai ricavi delle società che forniscono servizi digitali e realizzano un fatturato annuo superiore ai 750 milioni di euro (di cui almeno 5,5 milioni in Italia). Tutti d’accordo nello stangare i big hi-tech, sì ma come? Stangare loro, la critica più stringente, significa far pagare indirettamente gli editori tradizionali perché a chi le piattaforme digitali avrebbero fatto pagare i maggiori costi?

“Resta un mese di tempo per evitare un buco di bilancio contenuto nel 2019, ma che potrebbe allargarsi dal prossimo anno”, è il laconico allarme dell’Osservatorio. (fonte La Repubblica)

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