Il finanziere americano Guy Wyser-Pratte, con il solo 0,56%, vuole coagulare l’insoddisfazione dei soci internazionali del gruppo francese Lagardère, (media e aeronautica) e, grazie al sostengo del loro 60%, costringere il giovane Arnaud Lagardère, figlio del fondatore Jean-Luc, a darsi full-time allo sport.
La vicenda comincia ad assumere toni seri. Ormai screditato dall’establishment parigino, Arnaud alla guida dell’impero non si rivelato un granchè. Sul fronte dei media viene accusato di aver perso l’occasione di prendere il controllo di Canal+ quando navigava in pessime acque. Ora la tv è tornata a macinare utili.
Anche gli aerei non sono mai stati la sua passione: ha vissuto i più gravi incidenti di Airbus, dalle difficoltà dell’A380 alle accuse di insider trading, fino al disimpegno in Eads. Già partito all’attacco di molti feudi francesi, Guy Wyser-Pratte presenterà alla prossima assemblea generale due risoluzioni: una per chiedere di essere eletto membro del consiglio di sorveglianza. L’altra per modificare lo statuto del gruppo.
Nel 2009 il fatturato del gruppo è calato del 4% e le azioni in Borsa sono crollate del 50% negli ultimi tre anni. Il capitale è per oltre il 60% nelle mani di azionisti stranieri stanchi delle performance del figlio di Jean-Luc che detiene appena un 9,7% del gruppo. Se Guy riuscisse a farsi eleggere nel consiglio, per Arnaud potrebbe essere l’inizio della fine. O magari, come suggerito dal suo socio americano, «visto che gli piace tanto lo sport, lasciamoglielo».
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