Un disastro per l’ambiente, un danno per la salute, uno spreco per la società, un pericolo per il traffico: ci credereste che c’è chi crede si parli di auto elettrica? È assurdo, eppure le fake news continuano a crescere di numero e di inattendibilità, in parallelo (forse non casuale) all’aumento delle vendite in Europa e alle notizie di case auto che intendono mettere al bando i motori a benzina o a gasolio. Chi c’è dietro? Forse le lobby o più semplicemente i bastian contrari di professione colgono l’occasione per non star zitti. Ecco qui le 10 fake news più diffuse che abbiamo trovato sul web, a cominciare dalla madre di tutte le bufale:
1) L’auto elettrica inquina più del diesel
FALSO, qualunque verifica si faccia e qualunque tipo di inquinamento si prenda in esame. In marcia l’auto elettrica non emette CO2 (anidride carbonica, responsabile dell’effetto serra), non emette biossido di azoto (gas tossico prodotto dalla combustione), non rilascia polveri sottili (PM10 e Pm5) residuo della combustione e infine, grazie al potente freno-motore e a una meccanica più semplice, produce metà polveri sottili metalliche da usura rispetto a un motore a scoppio.
2) Con l’auto elettrica devi fermarti a ricaricare ogni 50 chilometri
FALSO! Premesso che 50 chilometri è la percorrenza media giornaliera di un’auto in Italia (in tal caso una ricarica lenta domestica di notte basterebbe per tutta la giornata) l’autonomia reale degli ultimi modelli di Ev sul mercato va da 160 a oltre 400 chilometri a seconda dell’utilizzo, delle condizioni ambientali e della capacità della batteria. Dunque, la solita ricarica notturna è sufficiente a coprire le necessità di viaggio nel 95% dei casi. Per le lunghe percorrenze sono necessarie invece una o due soste, della durata di 2-3 ore se la ricarica si effettua da colonnine veloci a media potenza (22 kW), di 20-30-40 minuti se si utilizzano colonnine super e ultra veloci (da 55 a 150 KW). Ma in un viaggio di oltre 500 chilometri, chi non si ferma a pranzare o a prendere un caffè?
3) In Italia non ci sono stazioni di ricarica
FALSO! Oggi sono installate oltre 1.700 stazioni di ricarica pubbliche, altre 700 verranno installate entro fine anno. Altre 48 sono riservate agli utenti Tesla. Enel X ha annunciato di volerne installare 14.000 entro il 2022. Altri operatori entreranno sul mercato o potenzieranno le loro reti già esistenti per un totale di 20 mila colonnine attive nei prossimi cinque anni. I distributori di benzina in Italia sono 8 mila….
4) In inverno le auto elettriche non funzionano
FALSO! Le batterie perdono efficienza via via che le temperature scendono sotto lo zero, riducendo l’autonomia fino al 30-40%. Ma il freddo non impedisce mai al motore elettrico di funzionare, mentre crea gravi problemi al motore termico come ben sa chiunque frequenti la montagna per la classica settimana bianca. Molto più probabile, quindi, rimanere a piedi con un’auto a benzina o con un diesel. Il gasolio può addirittura “congelare”, come pure il liquido di raffreddamento nei radiatori, dispositivo che nelle auto elettriche non esiste. La controprova? Il Paese del mondo dove è più diffusa la mobilità elettrica (e il primo che ha visto le immatricolazioni di Ev superare quelle di auto termiche) è la Norvegia, che non è proprio all’Equatore.
5) Il motore dell’auto elettrica crea campi magnetici pericolosi per la salute e può perfino mandare in blocco i pace maker
FALSO! Tutti i motori elettrici creano un campo elettromagnetico, soprattutto quelli alimentati da corrente alternata, mentre sulle auto elettriche si utilizzano in genere motori a corrente continua. Ma l’intensità del campo elettromagnetico è trascurabile (ed è semplice schermarla). Per fare un paragone, chi si è mai posto lo stesso problema facendo un bucato con la lavatrice o salendo a bordo di un treno, una metropolitana o un filobus? E come per i presunti danni provocati da cellulari, da cavi dell’alta tensione o da ripetitori Tv, le tante chiacchiere non sono mai state suffragate da prove scientifiche.
6) Migliaia di auto elettriche in ricarica manderebbero in tilt la rete
FALSO! Anzi, è vero il contrario: la stabilizzerebbero. I sistemi di ricarica di ultima generazione, quelli “intelligenti”, sono in grado infatti di modulare il prelievo in base alla disponibilità di energia in rete, sfruttando al meglio una capacità di generazione potenziale sempre più dipendente da autoproduttori privati e da fonti non programmabili come il fotovoltaico e l’eolico. Quando l’intera rete sarà “intelligente” e i collegamenti fra rete e accumulatori sarà bidirezionale (Vehicle to Grid, V2G), le batterie delle auto collegate potranno agire anche da dispositivi di stoccaggio diffuso di energia pronta da cedere alla rete per fronteggiare picchi di richiesta.
7) Le auto elettriche si incendiano, o peggio esplodono
FALSO! Al limite può verificarsi un surriscaldamento in fase di ricarica, soprattutto per i modelli che montano batterie non “climatizzate”. L’incendio può innescarsi in caso di violentissimi urti, difetti di fabbricazione, immersione prolungata nell’acqua o esposizione a più di 150 gradi di temperatura (vi è mai capitato?). Incendi in auto elettriche sono rarissimi, tant’è che nessuna compagnia di assicurazione al mondo prevede un sovrapprezzo della polizza. Su 150 mila incidenti stradali conclusi con l’incendio dell’automezzo negli Stati Uniti, la percentuale di auto elettriche coinvolte era identica a quella delle auto termiche, che montano batterie d’avviamento al piombo, le più pericolose, oltre ad essere imbottite con decine di litri di infiammabilissimo carburante
8) Le materie prime utilizzate per le batterie sono rare, estrarle è devastante per l’ambiente, smaltirle è impossibile
FALSO! Le riserve di litio, la principale materia prima utilizzata per le moderne batterie, sono stimate sufficienti per 150 anni. Il petrolio per meno di 100. Più problematico reperire il cobalto che però sarà rimpiazzato da altri elementi negli accumulatori di nuova generazione. L’estrazione è “sporca” ma infinitamente meno dannosa per l’ambiente di quanto non sia l’estrazione di petrolio e gas non convenzionali, cioè da mari profondi, da sabbie bituminose e dalla frantumazione di rocce sotterranee. Inoltre, dopo 8-10 anni di vita le batterie auto andrebbero sostituite, ma possono benissimo essere utilizzate come accumulatori statici, nelle case o in grandi stoccaggi di comunità per altri 10-15 anni. A fine vita, dopo oltre vent’anni, possono essere smaltite utilizzando tecnologie che sta mettendo a punto, in Italia, il consorzio Cobat con il Politecnico di Milano.
9) Ma costruire un’auto elettrica, e soprattutto la batteria, richiede più energia
VERO MA… Chi ha cercato di quantificare l’impatto ambientale (foot print) del processo produttivo conclude che mediamente quello di un’auto elettrica è superiore del 25-30%. Ma considerando l’intero arco di vita del veicolo (produzione, più consumi per dieci anni e 150 mila chilometri) l’auto elettrica emette l’equivalente di circa 10 tonnellate di CO2, un’auto a gasolio 23 tonnellate, una a benzina 27 tonnellate. Secondo studi più prudenziali, l’auto elettrica impatterebbe il 55% in meno rispetto all’auto termica (ma fino all’85% in meno in Paesi che producono più del 50% dell’elettricità da fonti rinnovabili).
10) Se attacco un’auto elettrica alla presa di casa non posso più accendere nemmeno una lampadina
FALSO! Con una normale utenza domestica da 3 kWh la ricarica di una batteria auto assorbel’intera potenza disponibile per circa otto ore. È l’arco di una notte, quando gli altri consumi sono zero. Esistono però dispositivi intelligenti che regolano la potenza assorbita dalla batteria in funzione della richiesta istantanea. In sostanza la interrompono momentaneamente quando entra in funzione un altro elettrodomestico. I tempi si allungano ma non scatta il blocco da sovraccarico. È sempre possibile, poi, modificare i requisiti contrattuali, aumentando la potenza fino a 6 kWh.