Dal giardino di casa alla lampadina, arriva l'energia a km zero

ROMA – Sfruttare gli scarti del proprio giardino per accendere la luce in casa. E' l'energia a km zero tutta made in Italy che usa le biomasse. Il sistema e' stato creato da ingegneri italiani che hanno messo a punto un mini-impianto in grado di ''mangiare'' gli scarti di falegnameria, di potature o di biomassa appositamente coltivata e di trasformarla in energia. L'impianto, che ha bisogno di uno spazio di 150 metri quadrati, e' stato pensato principalmente come opportunita' per l'agricoltura ma le applicazioni possono soddisfare il fabbisogno anche di borghi montani, falegnamerie, insediamenti abitativi inseriti in un contesto agro-forestale compresi ospedali e condomini.

''La biomassa in Italia – ha detto oggi a Roma, in una conferenza stampa, Enrico Giovannini, presidente di Genera, la societa' umbra creatrice e produttrice dell'impianto di energia da biomasse BioBox – e' abbandonata a se stessa. Ecco perche' lanciamo il Manifesto della Sostenibilita' rivolto a istituzioni e imprenditori per valorizzare settori in ombra e modernizzare l'intera filiera''. La presentazione del Manifesto il primo luglio a Nera Montoro in provincia di Terni nell'ambito delle ''Giornate dell'Ingegno'' per fare il punto sulle fonti rinnovabili.

In particolare, con 20 mini-impianti per la produzione fatta ''in casa'' di elettricita', nel Lazio si avrebbe un incremento di energia da biomasse e bioliquidi del 120% rispetto all' attuale produzione annua, in Sicilia del 60%, in Veneto del 22%, in Umbria del 12,5%.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, ogni singolo impianto produce 80 chilowatt elettrici per un totale di 640mila chilowattora annui e lavora in assetto cogenerativo producendo anche 300kW termici ad alta temperatura. Secondo calcoli del ministero dello Sviluppo Economico, le biomasse potranno dare elettricita' per il doppio di quanto danno oggi, entro il 2020, e calore addirittura per il triplo.

Gestione cookie