Enel respinge accuse di Greenpeace: “Emissioni bassissime, guardatevi i dati”

Pubblicato il 29 Maggio 2013 - 19:49 OLTRE 6 MESI FA

Enel respinge accuse di Greenpeace: "Emissioni bassissime, guardatevi i dati"ROMA – Enel riconosce il diritto di critica e anche di satira, ma si vede costretta a tutelare la propria reputazione di fronte a un’assurda accusa di strage premeditata e continuata per il rispetto dovuto alle oltre 75 mila persone che lavorano in Enel e alle decine di milioni di stakeholder del Gruppo

Come è noto, le attività dell’azienda sono sottoposte alle norme e ai controlli delle istituzioni locali, nazionali e internazionali e si svolgono nel pieno rispetto delle leggi che tutelano l’ambiente e la salute.

I dati che diffonde Greenpeace non sono basati su una effettiva analisi delle emissioni delle centrali termoelettriche italiane che sono costantemente monitorate dalle autorità e dagli enti allo scopo preposti. Sono estrapolazioni del tutto arbitrarie, non basate su una relazione scientifica di causa-effetto.

Oltre a non tenere in alcun conto le specifiche realtà territoriali degli impianti (controllo delle emissioni, altezza delle ciminiere, vicinanza al mare, andamento dei venti, densità territoriale della popolazione), sono basate su un astratto fattore di rischio che non considera il reale contributo delle centrali rispetto a tutte le fonti di inquinamento che incidono sulla qualità dell’aria. Secondo i dati ISPRA, alle centrali termoelettriche italiana è attribuibile meno dell’1% delle polveri sottili, che derivano principalmente dagli impianti di riscaldamento e dai trasporti.

Enel ricorda che circa metà della energia elettrica che il Gruppo produce è priva di qualunque tipo di emissione, compresa l’anidride carbonica: una percentuale tra le più alte rispetto a tutte le altre grandi utilities del mondo. Enel è ai primi posti nella produzione di energia da fonti rinnovabili, un settore nel quale continua a crescere. Attraverso la controllata Enel Green Power, il Gruppo ha in programma investimenti nei prossimi 5 anni per oltre 6 miliardi di euro, una cifra che ha ben pochi paragoni al mondo.

Infine va ricordato che solo il 12% dell’energia elettrica italiana è prodotta con il carbone contro una media europea di circa il doppio con punte di oltre il 40% nella “verde” Germania.”