ROMA – Inquinamento e smog nelle grandi città: la mobilità elettrica può essere una soluzione?
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Venerdì 23 marzo, si è svolto nell’auditorium Enel di viale Regina Margherita a Roma, un corso formativo per giornalisti e operatori della comunicazione che ha cercato di dare risposta a questa domanda. Organizzato da Enel X, la società che dal maggio del 12017 si occupa di efficienza energetica e mobilità elettrica, durante l’incontro hanno preso la parola vari esperti di mobilità elettrica tra cui i fondatori della community di Vaielettrico, Mauro Tedeschini, Massimo degli Espositi e Andrea Prandi. Presenti inoltre il fisico e divulgatore Valerio Rossi Albertini, il direttore di ricerca del Cnr di Bologna Nicola Armaroli, Fabio Orecchini, docente universitario nonché firma di Repubblica, Jusef Hassoum, docente dell’università di Ferrara e Alberto Sabbatini, l’ex direttore di Autosprint.
Enel è presente con Alberto Piglia, responsabile e-mobility di Enel X che ha spiegato l’obbiettivo di Enel, che consiste nel dotare l’Italia, da qui al 2022, di ben 14mila colonnine per la ricarica delle batterie delle auto elettriche.
Durante la giornata si è parlato del crescente allarme per l’inquinamento nei grandi centri urbani, causato soprattutto dal traffico veicolare. Intanto si stringono i tempi per adottare misure di contenimento delle emissioni di gas serra. In questo quadro si impone una rivoluzione della mobilità con il passaggio dalla trazione endotermica a quella elettrica. In altri Paesi, come il Nord Europa e soprattutto la Norvegia, la Cina e la California, una fetta consistente del parco circolante è elettrico, mentre in Italia questo tipo di mobilità riguarda solo una nicchia molto ristretta di automobilisti. Tuttavia gli esperti ritengono che anche da noi una svolta sia ormai imminente.
All’auditorium Enel si è parlato dunque della differenza tra il motore termico, che con il consumo del petrolio ha accompagnato lo sviluppo di tutto il Novecento, con quello elettrico. Gli interventi si sono focalizzati sulla fase attuale che stiamo vivendo, in cui si ottiene greggio in maniera sempre più non convenzionale, ossia attraverso specifiche tecnologie molto impattanti con l’ambiente che vengono utilizzate per liberare risorse petrolifere intrappolate in depositi rocciosi o a densità elevata.
Quale futuro per il pianeta? Attualmente la combustione di petrolio provoca sempre più problemi di sostenibilità legati alle polveri sottili, all’emissione di ossido di azoto dovuto ai motori diesel e alle emissioni in genere. Le aziende automobilistiche, a partire dal Dieselgate, hanno quindi imparato a doversi confrontare con l’elettrico decidendo inevitabilmente di investirci su ingenti quantità di denaro.
Nissan (presente al convegno anche Luisa Di Vita, responsabile comunicazione Nissan Italia), Toyota, Renault, Volkswagen e Volvo sono solo alcuni dei marchi (unica grande assente al momento è Fiat-Chrysler) che stanno sviluppando sempre più modelli elettrici o ibridi, prospettiva che impegna queste case a dedicare da qui ai prossimi anni interi stabilimenti alla produzione di questo tipo di veicoli.
L’impegno di Enel X.
Alberto Piglia (in fondo all’articolo una breve intervista) ha spiegato che Enel ha deciso di accettare la sfida facendo da apripista per lo sviluppo della mobilità elettrica in Italia. L’obiettivo da qui al 2022 è dotare il Paese di una rete di punti di ricarica capillare che elimini negli automobilisti la paura di rimanere senza energia e di non avere una colonnina nelle vicinanze. Per questo motivo è stato avviato un ambizioso Piano per aumentare proprio il numero delle stazioni di ricarica pubbliche su tutto il territorio nazionale.
Il programma prevede un investimento compreso tra i 100 e i 300 milioni di euro. L’obiettivo è quello di installare circa 7mila colonnine di ricarica entro il 2020 per arrivare a 14mila nel 2022, partendo dalle circa 900 punti di ricarica a tecnologia Enel presenti su tutto territorio a fine 2017. Il programma, annunciato lo scorso novembre, ha già raggiunto alcuni importanti traguardi stringendo accordi con i comuni di tutta Italia, Calabria e nord est compreso, zone che negli anni erano rimaste indietro dal punto di vista infrastrutturale.
Le colonnine tengono in considerazione le necessità di chi le utilizza. Per questo sono state individuate diverse soluzioni per diverse esigenze: nelle strade extraurbane verranno installate le fast e le high power recharge che permettono la ricarica del veicolo in 10-20 minuti tenendo conto del fatto che le autonomie dei veicoli cresceranno dagli attuali 100-150 km a più di 400 km. Negli ambienti urbani pubblici invece verranno installate le cosiddette quick che permettono tempi di ricarica di poche ore; nelle abitazioni e negli uffici, dove invece le auto stazionano per periodi di tempo più lunghi, spesso la notte o mentre si lavora, i sistemi di ricarica potranno essere più lenti.
(foto Blitz Quotidiano)