Enel, il titolo dell’azienda tiene nonostante Moody’s

Pubblicato il 6 Novembre 2012 - 16:15 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Non ci sono solo Italia e Spagna. Si può sintetizzare così la risposta dei mercati alla decisione di Moody’s di rivedere il rating a lungo termine di Enel portato a Baa2. La scelta dell’agenzia ha dato un contraccolpo al titolo della utility all’apertura delle contrattazioni, ma dopo il primo sbandamento le azioni hanno ripreso quota.

Il sali-scendi, ben lontano dall’effetto montagne russe subito da altri titoli e patito in passato anche da Enel, si spiega con le considerazioni che ormai da tempo caratterizzano i giudizi di analisti ed esperti verso l’azienda guidata da Fulvio Conti. L’AD di Enel, da tempo, va ripetendo quanto scritto da Moody’s: le incertezze politiche e regolatorie di Italia e Spagna non sono una novità, così come non sono una novità i cali dei consumi di Roma e Madrid. Bisogna attrezzarsi per attraversare la crisi e nel contempo non perdere le occasioni che offre il mercato.

La revisione applicata da Moody’s di fatto non fa altro che allineare il rating dell’azienda a quello dei due principali Paesi nei quali storicamente è presente. Ma per il Gruppo elettrico mercato e sviluppo non significano appunto solo Italia e Spagna.

Per banche d’affari come Kepler e Equita sim il titolo Enel rimane hold. Intermonte parla di outperform, Merrill Lynch passa da neutral a buy, Morgan Stanley conferma il neutral ma alza il prezzo così come UBS. Il mercato insomma si muove con cautela, ma da credito al titolo Enel e per vari motivi.

Enel ha allungato le scadenze del debito a tutto il 2014 e oltre, aumentando la propria liquidità e garantendosi maggiore flessibilità nell’accesso alle fonti di finanziamento. Le previsioni parlano di debiti netti destinati ascendere dai 44,6 miliardi del 2011 ai 43 miliardi di fine 2012.

Debito in discesa e liquidità in crescita rappresentano elementi chiave per politiche a lungo termine che consentano al Gruppo di mantenere il posizionamento da leader in Italia e Spagna, ridurre il debito e crescere nei mercati nei quali domina il segno più sia per il consumo elettrico sia per la disponibilità di investimenti.

In America Latina la domanda elettrica cresce con una media del 4-5% l’anno. E il Gruppo guidato da Conti prevede di acquisire circa 2 milioni nuovi clienti entro il 2016 e aumentare di circa 1GW la capacità istallata con focus su Cile, Colombia e Perù. A breve inoltre arriverà a conclusione l’aumento di capitale di Enersis destinata a diventare l’hub di tutte le operazioni Enel in Sud America, la più grande utility dell’area e la prima per capitalizzazione in Cile in grado di rendere più efficienti i costi di gestione e nel contempo investire in nuovi progetti nelle rinnovabili e in un’ottica greenfield nel settore della generazione convenzionale.

C’è poi la Russia, dove Enel è presente con al controllata OGK-5 ormai prossima a presentare ottimi dati per il terzo trimestre, che contribuisce a dare concretezza a quella diversificazione geografica alla quale il Gruppo continua a fare affidamento per tenere la barra dritta in una situazione di mercato globale volatile e spesso burrascosa.

E poi c’è tutto il comparto delle rinnovabili. Se da un lato solare ed eolico vengono additate (anche da Moody’s) come le spine nel fianco delle utilities elettriche ancora toppo legate alle fonti fossili, per Enel le fonti green rappresentano invece una possibilità di sviluppo su nuovi mercati e una strada di crescita intrapresa per tempo. Enel Green Power punta all’America Latina ma anche Africa mediterranea. E così come il resto del Gruppo non abbandona l’Europa, ma consolida l’esistente in attesa di scoprire cosa preserverà il 2013.