Energia elettrica: in Italia costa 30% in più rispetto a media Ue

Energia elettrica: in Italia costa 30% in più rispetto a media Ue
Energia elettrica: in Italia costa 30% in più rispetto a media Ue

ROMA – L’energia elettrica in Italia costa il 30% in più rispetto alla media dell’Unione europea: a pagarne le spese, in termini di competitività, sono soprattutto le piccole e medie imprese, come quelle del settore chimico, della plastica e della gomma.

Gli unici a tirare un sospiro di sollievo sono gli utenti domestici con bassi consumi, che invece risparmiano pagando il 7% in meno rispetto agli altri Paesi europei. A scattare questa fotografia sono gli esperti della società Rse (Ricerca sul Sistema Energetico) nella nuova monografia ”Energia elettrica, anatomia dei costi”, la quinta della collana ‘RSEview – Riflessioni sull’energia’, presentata a Roma presso l’auditorium Gse (Gestore Servizi energetici).

Una delle voci che incide maggiormente sulla bolletta energetica nazionale è quella dei costi per la generazione. ”Il diverso mix di fonti energetiche determina per l’Italia un extra-costo dell’ordine di 15 euro per megawattora, equivalente a circa 4,5 miliardi di euro all’anno, pari all’8% della bolletta elettrica nazionale”, spiega Luigi Mazzocchi, direttore del dipartimento tecnologie di generazione di Rse. Altra voce di costo particolarmente pesante è quella dovuta ”alla ‘generosa’ politica di incentivazione delle rinnovabili che è stata condotta negli anni passati”, aggiunge l’esperto. ”Dai 4,4 miliardi (rpt: miliardi) di euro del 2010, siamo passati ai 12,7 miliardi del 2013. Di questi – precisa Mazzocchi – circa 3-4 miliardi sono di sovraincentivazione”.

Per aggredire questi costi, il margine di manovra è piuttosto limitato. ”Il mix di generazione non si cambia dall’oggi al domani, perchè il sistema elettrico ha una lunga inerzia: le scelte di oggi hanno ricadute che si prolungano per molti anni”, afferma l’amministratore delegato di Rse Stefano Besseghini. ”Quello che invece possiamo fare – conclude – è dar vita ad una politica di incentivazione più ragionata, così da governare l’evoluzione del sistema elettrico in modo più attento che in passato”.

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