Energia, gli italiani vogliono “essere green”. Ma non sanno come fare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2013 - 14:23| Aggiornato il 8 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
lampadina

Energia, gli italiani vogliono “essere green”. Ma non sanno come fare

MILANO – Gli Italiani sono sempre più attenti al loro stile di vita sostenibile, un po’ perché di questi tempi la priorità è risparmiare, e un po’ perché ormai va sempre più di moda “essere green“.

Tuttavia molti sono ancora poco informati e spaventati dalle infinite opportunità che offrono le nuove tecnologie. E’ quanto emerge dall’indagine sulle famiglie italiane commissionata da Anie, la federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane, realizzata dall’istituto demoscopico Ispo e presentata a The Innovation Cloud, il salone delle rinnovabili che si è chiuso il 10 maggio alla FieraMilano.

Secondo quanto emerge dal sondaggio, proprio in nome del risparmio energetico gli italiani stanno cambiando il loro stile di vita. Ben l’80% del campione, infatti, dichiara di utilizzare sempre lampadine a risparmio energetico, il 76% di provvedere con regolarità alla pulizia e manutenzione della caldaia, il 71% di usare lavatrici o lavastoviglie a temperature basse, il 67% di contenere i consumi di acqua calda e il 66% di mantenere d’inverno la temperatura entro i 20 gradi.

“Molti, però, sono ancora frenati dall’ipertecnicismo e sono spaventati dalle nuove tecnologie”, ha specificato Renato Manhaimmer, dell’istituto Ispo, sottolineando come, per esempio, la maggior parte degli intervistati apprezza la domotica e i suoi benefici in termini di sicurezza e risparmio, ma ancora non ne beneficia.

Lo stesso accade con le energie rinnovabili, un tema che si accompagna spesso a quello dell’efficienza energetica: le fonti più conosciute risultano essere ancora il solare e l’eolico, mentre sono ancora pochi quelli che parlano di energia idroelettrica, geotermia, biomasse e di energia prodotta da onde e maree.

“Gli italiani – ha commentato Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie – da un lato si sono dimostrati aperti verso la cultura della sostenibilità che le tecnologie possono apportare, dall’altro disponibili a investire, nonostante la crisi, laddove il ritorno economico avvenga in tempi contenuti, tra i tre e i cinque anni. Questo ci indica che siamo noi a dover dare maggiori informazioni e spiegazioni”.