Energie rinnovabili: “Negli ultimi 5 anni nessuno meglio dell’Italia”

Pubblicato il 12 Aprile 2012 - 20:25 OLTRE 6 MESI FA

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ROMA, 12 APR – “Negli ultimi cinque anni nessuno ha fatto meglio dell’Italia in quanto a crescita in energie rinnovabili, raggiungendo la leadership mondiale per i livelli di investimenti in proporzione alla sua economia”: così una ricerca di “The pew charitable trusts” proprio all’indomani della presentazione dei nuovi decreti sulle rinnovabili e delle polemiche sollevate, specie dagli incentivi al fotovoltaico che comunque, garantisce il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ”non uccide gli investimenti in corso”.

Secondo lo studio l’Italia sarebbe oggi quarta nella classifica dei Paesi G-20 per gli investimenti in energia pulita, prima nel tasso di crescita su cinque anni, prima nell’intensità degli investimenti, sesta nella capacità di energia rinnovabile installata (28 Gigawatt). Inoltre si afferma che ”l’Italia è il primo Paese ad aver raggiunto la grid parity”. L’aumento complessivo degli investimenti, secondo il report, sarebbe stato del 38,4% pari a 28 miliardi di dollari americani.

Per il ministro Clini in ogni caso ”il passaggio dal IV al V Conto energia (incentivi al fotovoltaico) assicura gli investimenti avviati, in modo che lo scalino sia tale da non uccidere quelli in corso”. Anche per il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, ”non si cancellano i diritti acquisiti” dal momento che le ”misure non sono retroattive”. Secondo il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, ”abbiamo voltato pagina chiudendo una fase di incentivazione indiscriminata e sovradimensionata”. Un discorso più ampio lo fa però Clini che parla delle rinnovabili come delle ”prime vere liberalizzazioni”, e guarda al progetto della ”generazione distribuita e delle smart cities”.

Inoltre il ministro dell’Ambiente esclude che a pesare sulla bolletta siano gli incentivi alle rinnovabili, anzi quello che deve esser eliminato sono ”gli oneri che non c’entrano niente e i costi delle grandi centrali”. I decreti non convincono però il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, secondo cui in questo modo avremo ”scarsità energetica”; mentre per l’ex sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, i decreti porterebbero ”un appesantimento burocratico”.

Il presidente di Anie-Gifi parla di ”cassa integrazione già annunciata per centinaia”. Legambiente, rilanciando la manifestazione del 18 aprile, evidenzia che nei decreti ”c’è qualche passo avanti ma si rischia di bloccare lo sviluppo delle fonti pulite”. Il direttore scientifico di Solarexpo, Luca Zingale, pensa che l’industria del fotovoltaico ”avrebbe meritato un’accompagnamento più soft” verso la grid parity”. Per il Wwf Italia così a esser minacciate sono famiglie e condomini perché ”la burocrazia e l’incertezza rischiano di tagliare le gambe alla generazione distribuita”. Infine una trentina di intellettuali (tra cui Giorgio Ruffolo, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Carlo Ripa di Meana, Alberto Asor Rosa) hanno sottoscritto un appello, promosso da alcune associazioni (Italia nostra, Amici della Terra, Mountain wilderness Comitato nazionale per il paesaggio, Comitato per la bellezza, Movimento azzurro), rivolto al presidente del Consiglio Mario Monti affinché vengano eliminate ”le speculazioni e gli sprechi”.