Eni, terzo trimestre 2017 da sogno: torna in attivo. Record di produzione dal 2010

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Ottobre 2017 - 08:57 OLTRE 6 MESI FA
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Eni vola e torna in attivo nel terzo trimestre 2017 (foto d’archivio Ansa)

ROMA – L’Eni vola e torna in attivo: chiude il terzo trimestre con un utile netto di 344 milioni di euro (contro la perdita di 562 milioni dello stesso periodo dello scorso anno) e un utile adjusted di 229 milioni (484 milioni il rosso 2016). Lo comunica la società petrolifera, aggiungendo che nei primi nove mesi dell’anno l’utile netto si attesta a 1,327 miliardi e quello adjusted a 1,436 miliardi. Un risultato che fa esultare l’amministratore delegato Claudio Descalzi: “Abbiamo conseguito risultati eccellenti con un utile operativo quasi quadruplicato, un risultato netto in aumento di oltre 700 milioni ed un flusso di cassa operativo in netta crescita rispetto al terzo trimestre del 2016”.

Guardando ai vari settori, nel testo trimestre ‘Esplorazione e produzione’ ha registrato un incremento del 62% dell’utile operativo adjusted a circa 1 miliardo di euro, grazie anche alla ripresa dello scenario petrolifero (+14% la quotazione del Brent) e alla crescita produttiva. Nei nove mesi l’utile operativo adjusted è più che triplicato a 3,3 miliardi, anche qui in particolare grazie alla ripresa dei prezzi del greggio (+24%). Quanto al settore gas & power, le vendite di gas naturale sono state di 17,44 miliardi di metri cubi (59,35 nei nove mesi), in diminuzione anche per effetto della cessione delle attività retail in Belgio e Ungheria. Le vendite di energia elettrica sono in calo del 2,8% su trimestre e del 2,2% sui nove mesi. A conti fatti, il settore registra una perdita operativa adjusted di 193 milioni nel trimestre (374 il rosso dello stesso periodo del 2016), dovuto principalmente alle rinegoziazioni dei contratti a lungo termine. La perdita netta adjusted è quindi pari a 139 milioni (302 nel 2016). Per quanto riguarda le dismissioni, sono previsti incassi di 3,7 miliardi su base annua, di cui circa 1,5 miliardi nei nove mesi riferiti principalmente al dual exploration model, vale a dire la vendita di quote di minoranza di giacimenti scoperti dal gruppo petrolifero.

Nel terzo trimestre Eni ha raggiunto una produzione di 1,8 milioni di barili al giorno, in crescita del 5,4% (+3,7% sui nove mesi): al netto dell’effetto prezzo nei contratti Psa (Production sharing agreement) e dei tagli decisi dall’Opec la crescita si attesta a +7% (+6% nei nove mesi). Il contributo degli avvii e degli sviluppi dei giacimenti nei nove mesi è pari a 224mila barili ed è atteso un ulteriore sviluppo produttivo nel quarto trimestre con target a 1,9 milioni di barili in media del periodo, il più alto degli ultimi 7 anni. Per l’intero 2017 l’Eni prevede una produzione media di 1,815 milioni di barili al giorno, replicando così il record storico del 2010.

Il terzo trimestre del 2017 è stato record per la raffinazione dell’Eni. Il comparto ‘Refining and marketing’ ha infatti registrato un utile operativo adjusted pari a 224 milioni di euro, più che raddoppiando i 100 milioni dello stesso periodo dello scorso anno “nonostante la ridotta disponibilità delle raffinerie di Sannazzaro e Livorno”. Positivo anche il contributo della chimica, che ha registrato un utile operativo adjusted di 113 milioni di euro, in aumento del 51% “beneficiando delle profonde ristrutturazioni eseguite negli esercizi passati”. Entrambi i comparti, poi, ha raggiunto un utile netto di 242 milioni di euro, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2016. Nei nove mesi, il risultato netto si attesta a 596 milioni (+61%).

“Gli investimenti – continua Descalzi – seguono nel contempo un andamento in linea con le aspettative, con una riduzione nel corso dell’intero anno di circa il 18% rispetto al 2016. Nel 2017 otterremo una copertura organica degli investimenti e dei dividendi, interamente corrisposti per cassa, in corrispondenza di un prezzo Brent di 60 dollari, come annunciato a inizio anno, 45 dollari tenendo conto delle operazioni legate al nostro dual exploration model”. I risultati, dice ancora Descalzi, “sono stati raggiunti grazie ai progressi compiuti nella realizzazione della nostra strategia”.