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Gas, Putin e Schroeder inaugurano il Nord Stream. E tagliano fuori l’Ucraina

di Maria Elena Perrero |6 Settembre 2011 14:43

MOSCA, 6 SET – Il premier russo Vladimir Putin ha avviato oggi il nuovo gasdotto Nord Stream, che collega Russia e Germania passando sotto il Mar Baltico, iniettando il primo gas tecnico con l’aiuto di un computer, a Viborg, nella regione di San Pietroburgo. All’operazione ha assistito l’ex cancelliere tedesco, ed ora presidente del consorzio Nord Stream, Gerhard Schroeder.

”Il volume del gas fornito è paragonabile all’energia di undici centrali nucleari”, gli ha spiegato Putin. Il gasdotto, lungo 1224 km, ha una capacità di 55 miliardi di metri cubi di gas all’anno. La nuova infrastruttura consentirà alle forniture di metano russo destinato all’Europa di bypassare in parte gli attuali Paesi di transito, tra cui Bielorussia e Ucraina, con cui i rapporti sono spesso conflittuali in materia energetica.

Il 16 settembre, al forum degli investimenti di Soci, sul Mar Nero, verrà invece firmato l’accordo per la realizzazione del progetto del gasdotto South Stream: lo ha annunciato sempre oggi al premier russo Putin l’amministratore delegato del colosso russo Alexiei Miller. Secondo il numero uno del colosso russo, i lavori dovrebbero essere completati entro il dicembre del 2015.

Con l’avvio del gasdotto Nord Stream, che sarà operativo tra fine ottobre e inizio novembre, l’Ucraina perde il suo status esclusivo di Paese di transito per il gas russo in Europa. ”L’Ucraina è un nostro vecchio partner tradizionale. Come tutti i Paesi di transito, è stata tentata di sfruttare la sua posizione ma ora questa esclusività sta scomparendo e i nostri rapporti acquisteranno un carattere sempre più civile”, ha commentato il premier russo.

”Gli ucraini hanno preso il treno chiamato ‘il gas russo economico’ e non sanno a quale fermata scendere ma in questo modo si può andare molto lontano, se non in un vicolo cieco”, ha dichiarato l’ad di Gazprom Miller, anche lui presente all’avvio del Nord Stream. Kiev e Mosca sono ai ferri corti dopo che l’Ucraina ha chiesto di rinegoziare il contratto del 2009 per le forniture di metano russo, ritenuto troppo oneroso.

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