Libia. Scioperi fanno calare drasticamente produzione petrolifera

Pozzi petroliferi libici
Pozzi petroliferi libici

TRIPOLI, LIBIA – A causa degli scioperi in corso dalla fine di luglio la produzione petrolifera libica è scesa da una media di 1,6 milioni a 250.000 barili al giorno. ”Stiamo cercando di trovare una soluzione pacifica alle proteste ma prenderemo altre misure alternative se necessario”, ha dichiarato il premier libico, Ali Zeidan, in una conferenza stampa a Tripoli.

Proseguono da circa un un mese le proteste delle guardie di sicurezza dei terminal petroliferi di Sidr, Ras Lanuf, Zueitina e Al Hariga, situati nella parte orientale del Paese, che accusano il governo di corruzione per vendita di greggio non quantificato.

La crisi petrolifera sarebbe stata accentuata dall’interruzione delle attività dei maggiori giacimenti nell’est di Elephant, gestito da Eni, e Shahara, dove operano invece Repsol e Total. Le attività sarebbero state bloccate lunedi sera da parte di uomini armati che secondo la Compagnia Petrolifera libica (Noc) non avrebbero alcun legame con gli scioperi del personale.

Il Ministro del petrolio AbdelBari Al Arusi ha dichiarato che le proteste sono costate fino ad oggi più di 2 milioni di dollari. Secondo le autorità gli scioperi sarebbero orchestrati dai federalisti che richiedono più indipendenza nella parte orientale del Paese.

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