Libia. Imminente accordo riapertura terminali petroliferi bloccati da 8 mesi

Terminali petroliferi libici
Terminali petroliferi libici

LIBIA, TRIPOLI – Un accordo per la riapertura dei terminal petroliferi libici bloccati da otto mesi da un gruppo separatista dell’est del Paese potrebbe essere imminente. Lo ha reso noto l’agenzia di stampa libica Lana citando fonti tribali impegnate nei negoziati tra governo e l’Ufficio Politico della Cirenaica, il movimento che guida il blocco di tre porti. Un ruolo decisivo nella faccenda sarebbe stato giocato dalla procura generale che ha ordinato oggi la scarcerazione dei tre ribelli che si trovavano a bordo della Morning Glory, la petroliera che nelle settimane scorse aveva tentato di esportare greggio indipendentemente da Tripoli.

Tre settimane fa la nave cisterna aveva attraccato nel porto libico di Sidra. Dopo aver caricato greggio si era dileguata per poi essere bloccata dalla marina Usa al largo di Cipro e consegnata alle autorità libiche così come i tre libici a bordo (che controllavano l’operazione di esportazione illegale) e i 21 membri dell’equipaggio, tutti stranieri. Non è stato ancora rivelato a chi fosse destinato il carico di greggio nè la proprietà della nave. Si tratta della prima operazione di export pianificata dall’Ufficio Politico di Barqa (nome arabo della Cirenaica), neo ente formato dall’ex rivoluzionario Ibrahim Jadran, in prima linea durante la rivoluzione che aveva deposto Gheddafi.

Dopo la guerra del 2011 era diventato responsabile delle guardie di sicurezza di alcuni impianti petroliferi. Ma dalla fine di luglio il 34enne Jadran ha approfittato della sua posizione per bloccare i maggiori porti del Paese chiedendo di trattenere una quota maggiore dei proventi e accusando il governo di corruzione sulla vendita di greggio. Jadran e i suoi seguaci accusano inoltre Tripoli di marginalizzare l’est del Paese. Il governo ha cercato a più riprese di negoziare una soluzione ma Jadran non ha finora mai ceduto.

Gestione cookie