Micronesia dice no alla centrale a carbone in Repubblica Ceca

Pubblicato il 6 Giugno 2011 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Si dice che il minimo battito d'ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo. Una convinzione che si traduce in un altro caposaldo delle politiche ambientali, che raccomanda di agire localmente ma di pensare globalmente. Tradotto: 'Glocal'. Ed è in un'ottica di questo tipo che l'Arcipelago della Micronesia, una federazione di circa 600 isole situate a 3.000 km dall'Australia, ha iniziato una battaglia contro la repubblica Ceca colpevole di voler aumentare volumetria, e di conseguenza le emissioni in atmosfera, della centrale a carbone di Prunerov.

E' la prima volta che un Paese che subisce più di altri gli effetti di un fenomeno globale si costituisce contro un Paese inquinatore che agisce a oltre 10.000 chilometri di distanza. La battaglia è incorso da un anno, da quando la Micronesia ha chiesto una valutazione di impatto ambientale transfrontaliero, uno strumento finora impiegato solo tra Stati confinanti.

Le isole della Micronesia sono situate (quando va bene) al livello del mare, e a causa dell'innalzamento dell'acqua rischierebbero la sommersione. La Micronesia ha già fatto i conti con la pressione del riscaldamento globale, che ha comportato maree anomale, l'innalzamento del livello marino con la conseguente erosione delle coste ed effetti molto pesanti sul comparto alimentare e sull'equilibrio ecologico nel suo complesso.