Petrolio crolla, bollette di luce e gas no: ecco perché

Petrolio crolla, bollette di luce e gas no: ecco perché
Petrolio crolla, bollette di luce e gas no: ecco perché

MILANO – Il prezzo del petrolio è crollato, si è dimezzato in tre mesi, arrivando a poco più di 50 dollari al barile. Ma le bollette di luce e gas sono restate più o meno invariate e sono destinate a non cambiare neanche nei prossimi tre mesi. Lo scrive Luca Pagni su Repubblica, che spiega come, “In attesa che, fra pochi giorni, l’Autorità per l’energia annunci la revisione trimestrale della parte della bolletta legata alla materia prima è possibile già anticipare che non ci sarà possibilità di approfittare dei vantaggi del petrolio appena al di sopra dei 50 dollari”.

Tutto dipende dal meccanismo di calcolo delle bollette degli italiani. Per evitare ripercussioni eccessive e dare stabilità al sistema dei prezzi, i tecnici l’Autorità per l’energia devono tener conto dell’andamento dei coti della materia prima non soltanto nei mesi appena precedenti alla revisione, ma per un periodo più lungo (alemno sei mesi) e comunque rifarsi a un calcolo tendenziale. Questo per impedire che repentini sbalzi del costo del petrolio verso l’alto porti aumenti a rincari elevati. Ma questo comporta che il meccanismo valga anche al contrario: anche di fronte a un crollo delle quotazioni come quello cui stiamo assistendo, la ricaduta in bolletta non sarò immediata e altrettanto clamorosa.

Così stando le cose e dando per buone le valutazioni degli esperti che prevedono prezzi tendenti al basso anche nei primi mesi di gennaio, gli addetti ai lavori ipotizzano che i vantaggi maggiori ci saranno con la revisione delle bollette di luce e gas prevista per la fine di marzo. Anche in questo caso è facile prevedere le critiche: la maggior quantità di gas si consuma nei mesi invernali, nei mesi più freddi e in particolare nelle regioni centro-settentrionali. Da aprile in poi, i conusmi tendono ovviamente ad andare verso i minimi,

Ma non è l’unica notizia negativa sul fronte della tariffe. Secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre tra acqua a rifiuti l’Italia batte tutti con incrementi del 79,5 e del 70 per cento negli ultimi 10 anni. Va appena meglio a livello generale dove – tra il 2010 e il 2014, l’incremento medio è stato “solo” del 19,1% , come in Irlanda, mentre il primato spetta alla Spagna con aumenti del 23,7%. Tra i grandi Paesi d’Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9%, mentre la Germania ha segnato un ritocco al rialzo dei prezzi solo del 4,2%. L’area dell’euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell’11,8%: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi.

Negli ultimi 10 anni, rivela sempre lo studio della Cgia, quindi, a fronte di un incremento dell’inflazione che in Italia è stato del 20,5%, l’acqua è aumentata del 79,5%, i rifiuti del 70,8%, l’energia elettrica del 48,2%, i pedaggi autostradali del 46,5%, i trasporti ferroviari del 46,3%, il gas del 42,9%, i trasporti urbani del 41,6%, il servizio taxi del 31,6% e i servizi postali del 27,9%. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8%”.

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