Produrre petrolio dall’aria. In Gran Bretagna dicono: “Si può”

Foto Lapresse

STOCKTON, GRAN BRETAGNA – Petrolio dall’aria. La cittadina di Stockton-on-Tees, nell’Inghilterra nord-occidentale, potrebbe presto essere al centro di una rivoluzione dalle colossali conseguenze. Una piccola società composta da scienziati ed ingegneri afferma, infatti, di essere sul punto di produrre il petrolio a partire dall’aria – un futuristico progresso che potrebbe ridurre in una sola volta i problemi legati all’inquinamento e alla scarsità di risorse energetiche. Se così fosse sarebbe la seconda scoperta fondamentale che la cittadina Stockton-on-Tees, sede nel 1825 della prima linea ferroviaria del mondo, porterebbe a battesimo.

La società Air Fuel Synthesis, dopo una fase di ricerca durata due anni e costata 1,3 milioni di euro, dichiara oggi di essere capace di produrre petrolio dall’aria e dall’acqua. Il manager Peter Harrison afferma che «abbiamo preso diossido di carbonio dall’aria e idrogeno dall’acqua e abbiamo trasformato questi due elementi in petrolio. Per un paese come la Gran Bretagna questo significa poter creare carburante a partire da energie rinnovabili

Una piccola torre riesca a catturare CO2 dall’aria grazie ad un processo chimico. Nel contempo, dell’acqua viene scissa in ossigeno e idrogeno. Il CO2 e l’idrogeno sono in seguito sintetizzati per produrre metanolo e da lì, eventualmente, petrolio. Da quando la mini-raffineria è andata regime, nell’agosto del 2012, gli ingegneri hanno prodotto 15 litri di carburante, serviti ad azionare un motorino e a mostrare ad un pubblico selezionato l’efficacia della benzina verde.

L’azienda inglese prevede di ingrandirsi rapidamente nei prossimi anni. L’obiettivo è di trovare otto milioni di dollari per finanziare la costruzione di un vero e proprio stabilimento. Nel 2015, secondo le previsioni degli ingegneri di Air Fuel Synthesis, la raffineria sarebbe capace di produrre una tonnellata di petrolio al giorno. La compagnia si è già guadagnata la fiducia di sponsor illustri, come l’associazione ufficiale degli ingegneri meccanici inglesi e diversi finanziatori privati.

Qualche voce critica si leva per denunciare i limiti dell’impresa. Secondo alcuni chimici ed ingegneri, il potenziale della nuova tecnologia sarebbe meno rivoluzionario di quanto può a prima vista sembrare. In effetti, il processo di produzione del carburante richiederebbe una quantità enorme di energia, nella fattispecie in forma di elettricità.

In fin dei conti, il processo potrebbe consumare più energia di quanta ne sia prodotta effettivamente. Anche i più scettici sottolineano però che la compagnia inglese ha sviluppato un sistema interessante e che potrebbe apportare dei progressi o, semplicemente, stimolare la ricerca sulle fonti di energia alternativa.

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