Risparmio, 3% di consumo energetico è imputabile agli sprechi alimentari

Risparmio energetico, il 3% degli sprechi di energia è alimentare
Risparmio energetico, il 3% degli sprechi di energia è alimentare

ROMA – In Italia il 3% del consumo di energia è imputabile agli sprechi alimentari: percentuale che equivale all’85% dei consumi finali del comparto industriale di una regione come l’Emilia Romagna, secondo stime dell’Università di Bologna.

Con questa quantità di energia si potrebbero soddisfare i bisogni energetici annuali di 1.650.000 italiani. Numeri che fanno parte di un accurato monitoraggio sul rapporto fra spreco alimentare e costi dei consumi energetici, presentati in anteprima, nell’ambito di Pordenonelegge 2013 dal presidente di Last Minute Market, Andrea Segré, promotore della campagna europea “Un anno contro lo spreco”.

Il Libro Verde dello spreco: l’Energia“, a firma di Segrè e Matteo Vittuari, pubblicato da Edizioni Ambiente, è il terzo rapporto, dopo quelli sugli sprechi alimentari e idrici, realizzato nell’ambito della campagna contro lo spreco che ha portato il Parlamento europeo nel 2012 alla Risoluzione di richiedere ufficialmente l’istituzione di un Anno europeo contro lo spreco alimentare.

Negli Stati Uniti il 2,5% dello spreco energetico è determinato dagli alimenti. Un doppio spreco, dunque, con gravi conseguenze in termini di costi economici, sociali e ambientali: da un lato, grandi quantità di energia sono utilizzate per produrre, distribuire e consumare cibo, dall’altro ulteriore energia viene impiegata nella gestione e nello smaltimento degli sprechi e scarti di alimenti ancora commestibili.

Tutto questo mentre gli studi sulla povertà energetica registrano che 150 milioni di cittadini europei non sono in grado di pagare i costi relativi al riscaldamento, al funzionamento degli elettrodomestici e al gas per cucinare. E a livello italiano la povertà energetica riguarda circa il 10% delle famiglie.

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