ROMA – Shale gas Usa. Il principe saudita: “Siamo rovinati”. Il suo geniale inventore è morto a 94 anni: George Mitchell, con la tecnica di estrazione di petrolio e gas in profondità nota come shale, è colui che sta regalando il sogno dell’autonomia energetica agli Stati Uniti. La sua tecnica fa uso di fluidi ad alta pressione per sbriciolare le rocce nelle quali sono intrappolati i preziosi idrocarburi. Mitchell è’ anche colui che in Arabia Saudita iniziano a vedere come il responsabile di un incubo che se non si è ancora manifestato, è più che incombente. Lo dimostra una polemica a Palazzo a Ryad nella famiglia reale, in sé una notizia. Il principe Al Waleed bin Talal, nipote di re Abdallah, un vero magnate che ha partecipazioni in Apple, Citigroup, Time Warner e per qualche periodo in Mediaset, ha contestato l’inerzia, se non l’ignoranza del problema, al potentissimo ministro del petrolio saudita, un suo parente, Ali Al Naimi.
Vostra Eccellenza – gli si rivolge Al Waleed – siamo in disaccordo con quanto avete affermato. Vediamo invece come un’inevitabile minaccia la crescente produzione nordamericana. L’Arabia Saudita corre gravi rischi “se proseguirà nella sua quasi completa dipendenza dal petrolio”, cui affida quest’anno il 92% del suo budget. Lo ha fatto via Twitter, di cui possiede una quota azionaria. In realtà, gli effetti dell’aumento di produzione americana non ha ancora influiti sui bilanci sauditi come sui paesi Opec che anzi vanno benissimo. Ma va considerata la retrocessione dell’Iran delle sanzioni, che da secondo produttore al mondo è sceso al quinto posto.
Del resto, per venire ai nostri affari, l’allarme shale è stato lanciato qualche tempo fa anche dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato che ne ha parlato in audizione alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. ”Gli Stati Uniti – ha avvertito il ministro – pensano di esportare in Europa lo shale gas e questo ci deve trovare preparati perché rischiamo di veder uscire dal mercato intere filiere produttive. La linea da seguire è tracciata nella Strategia energetica nazionale, quindi si tratta di accelerare sulle misure concrete”. In particolare, Zanonato ritiene sia fondamentale ”rendere strutturale l’allineamento dei prezzi evitando rischi di rimbalzo”, pertanto le misure da prendere riguardano ”accelerazione del mercato a termine per rendere pienamente efficiente il mercato gas, realizzare l’integrazione con i mercati europei con regole di interscambio semplici e fluide e rafforzare le infrastrutture.
I commenti sono chiusi.