Effetto Fukushima, anche la Svizzera dice addio all’atomo

ROMA – Sull’onda di Fukushima, la Svizzera segue la Germania e decide di dire addio al nucleare. Il Consiglio nazionale svizzero, la Camera bassa del Parlamento, ha deciso ieri, 8 giugno, di abbandonare progressivamente l’energia atomica entro il 2034.

A proporre l’uscita dall’atomo entro il 2034 era stata, lo scorso 25 maggio, il ministro dell’ambiente, democristiano, Doris Leuthard, che si è detta convinta che “trovare un’alternativa a quel 40 per cento dui energia elettrica prodotta oggi dalle 5 centrali nucleari svizzere sia realistico dal punto di vista politico, economico e tecnologico”.

La strada proposta dal ministro dell’ambiente è quella delle energie rinnovabili. Già oggi il 56 per cento dell’energia prodotta dal paese deriva da impianti idroelettrici.

A votare a favore sono stati la sinistra e il Partito popolare democratico (Ppd). Contraria l’Unione democratica di centro (Udc). Il Partito liberale radicale (Plr), come aveva annunciato, si è astenuto.

Con 101 voti contro 54 e 36 astensioni, la Camera ha adottato una mozione di Roberto Schmidt (Ppd/Vs). Il testo chiede che non si accordi più alcuna autorizzazione generale per la costruzione di centrali e che le istallazioni non più conformi alle esigenze di sicurezza siano immediatamente disattivate. Un atto parlamentare analogo inoltrato dal Partito borghese democratico (Pbd) ha raccolto 99 voti favorevoli, contro 54 contrari e 37 astensioni.

Il Consiglio nazionale ha accolto ancora più nettamente – son 108 ‘sì’, 76 ‘no’ e nove astensioni – una mozione dei Verdi a favore dell’abbandono progressivo dell’atomo. La Camera del popolo non ha invece seguito il gruppo socialista, che chiedeva un’uscita anticipata dal nucleare. Le centrali di Beznau I e II, costruite nel 1969 e 1971, avrebbero dovuto chiudere i battenti fin da subito.

Con 126 voti contro 64 e due astenuti, la Camera non ha neppure sostenuto l’Udc che intendeva rinviare il voto del parlamento. Il Consiglio degli Stati, la Camera alta del parlamento svizzero, deve ancora occuparsi degli atti parlamentari passati oggi al Nazionale.

La Svizzera ha cinque reattori nucleari, tutti nell’est del Paese, il più vecchio risale al 1969. Secondo il piano governativo, il reattore di Beznau I dovrà essere spento nel 2019, quelli di Beznau II e Muehleberg nel 2022, quello di Goesgen, nel 2029 e quello di Leibstadt nel 2034.

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