BELGIO, BRUXELLES – “Non c’è nessun problema di transito del gas russo attraverso l’Ucraina verso l’Europa”. Lo ha ribadito un portavoce della Commissione Ue, confermando la ricezione della lettera inviata dal ministro ucraino Iuri Prodan al commissario all’energia Guenther Oettinger, dove questo sottolinea le preoccupazioni di Kiev per l’approvvigionamento di gas da Mosca, che dal primo aprile alzerà i prezzi.
Bruxelles sta lavorando per accelerare insieme a Kiev l’inversione dei flussi, ovvero la fornitura di gas europeo all’Ucraina via i gasdotti esistenti che finora hanno funzionato solo in senso inverso. Questo sistema dovrebbe essere operativo, spiegano fonti Ue, “già dal prossimo inverno”, con una portata iniziale “sino a 10 miliardi di metri cubi di gas”. Il fornitore principale sarà la Slovacchia, che può fornire da 3 a 8 bcm ma il cui volume potrebbe in futuro, lavorando sulle infrastrutture, arrivare “sino a 15”, mentre 2 ulteriori bcm possono essere forniti da Polonia e Ungheria (1 bcm ciascuno).
La scorsa settimana si è già tenuta una riunione a Bruxelles tra i rappresentanti di Ucraina, Slovacchia, società energetiche e Commissione Ue per lavorare alla preparazione di un Memorandum d’intesa che verrà firmato “il prima possibile”, e che permetterà “circa sei mesi dopo” – tempi tecnici necessari per i lavori alle infrastrutture – di partire con il ‘reverse flow’.
Il fabbisogno di gas di Kiev è di 50 bcm, di cui 30 finora forniti dalla Russia e un 20% autoprodotto. Con una fornitura Ue di 10 bcm, spiegano le fonti, “il problema non si risolverebbe integralmente ma ridurrebbe già di un terzo la dipendenza di Kiev da Mosca, e poi potrebbe entrare in gioco lo shale gas americano”. Proprio il prossimo mercoled si terrà a Bruxelles una riunione Ue-Usa sull’energia.