Un altro numero 7 portoghese, stella nascente del calcio europeo Un altro numero 7 portoghese, stella nascente del calcio europeo

Un altro numero 7 portoghese, stella nascente del calcio europeo

Un altro numero 7 portoghese, stella nascente del calcio europeo
Un altro numero 7 portoghese, stella nascente del calcio europeo

Sul retro della maglia ha cucito il numero 7. E’ portoghese. Gioca in Spagna dopo il decollo in un prestigioso club del Nord Europa. Ha uno scatto felino, un dribbling secco e un tiro potente. Segna gol da favola e calibra assist al millimetro. No, non è Cristiano Ronaldo. E’ il suo potenziale erede, di oltre undici anni più giovane. La stella nascente di una “filiera” calcistica che accomuna il Portogallo, la Spagna e la Francia.

Gonçalo Guedes, attaccante del Valencia, non ha ancora vinto né una Champions né un pallone d’oro. Ma a 22 anni è in rampa di lancio per scalare i vertici del calcio mondiale. La sua ascesa ha numerose analogie con quella del calciatore più celebre della storia portoghese insieme con il mitico Eusebio.

Nascono entrambi in provincia: Ronaldo a Funchal (isola di Madera), Guedes a Benavente (piccolo centro fra Lisbona e Santarem). Entrambi si fanno le ossa negli squadroni della capitale portoghese ai quali si dichiarano tuttora molto legati. Ronaldo allo Sporting, dopo i primi passi nell’isola natale prima all’Andorinha e poi al Nacional. Guedes direttamente al Benfica, dove segnando un gol all’Atletico Madrid diventa a 18 anni il marcatore più giovane di tutti i tempi in Champions League. Entrambi, dopo la trafila nelle rappresentative giovanili, debuttano in Nazionale prima di compiere vent’anni. Ronaldo a 18. Guedes a 19. Entrambi, da giovanissimi, vengono contesi dai club più prestigiosi d’Europa. Ronaldo diventa per sei anni una stella del Manchester United: il guru Alex Ferguson lo sgrezza e lo trasforma in uno degli attaccanti più prolifici d’Europa.

Guedes è acquistato dal Paris Saint Germain, dove però il processo di crescita è temporaneamente frenato dalla concorrenza di grandi campioni (Neymar, Mbappé, Cavani) e dalle difficoltà ambientali in una metropoli che non vive prevalentemente di calcio. Entrambi, infine, approdano in Spagna. Ronaldo, già asso conclamato, nel Real Madrid con introiti faraonici (oltre 30 milioni di euro l’anno). Guedes, solo dopo pochi mesi nella ville lumière, in prestito al Valencia dove per il momento guadagna dieci volte meno del suo illustre connazionale. E qui le loro strade si incrociano. Nelle sfide della Liga. Nella sfilza delle prodezze. Nello stile di gioco che li accomuna.

Ronaldo è sempre stato un modello per Guedes. Naturalmente lo scarto di quasi una generazione penalizza nei numeri il più giovane. Ronaldo vanta 149 presenze e 81 gol in Nazionale (è il capitano), che nel 2016 ha portato alla conquista del titolo europeo. Guedes solo sei e un gol. Ronaldo ha già partecipato a tre mondiali. Guedes potrebbe esordire nel prossimo, in Russia. Ronaldo, fra Inghilterra e Spagna, ha vinto praticamente tutto. Guedes è solo il principale artefice dell’attuale quarto posto che consentirà al Valencia di partecipare alla prossima Champions. Ma entrambi confermano la straordinaria efficienza dei vivai del Portogallo a cui tradizionalmente attingono i club spagnoli finanziariamente più competitivi, perpetuando la tradizione di una “scuola” calcistica che contraddistingue l’Europa meridionale.

Anche dal punto di vista mediatico c’è uno stacco. Ronaldo è un uomo copertina pure fuori dai campi di gioco. Un simbolo metrosexual per la cura che riserva all’immagine e per i misteri di cui ama circondare la vita privata. Guedes ha conservato i tratti ingenui di una natura naif. E’ spaesato nei contatti con le folle. E’ in imbarazzo anche quando deve firmare un autografo. E’ ancora sotto la tutela del padre Rogerio, l’architetto della sua folgorante carriera.

A Valencia, intanto, ha trovato un ambiente ideale. “A Parigi c’erano troppe stelle”, è solito ripetere nelle interviste. “Qui c’è tutto quello di cui ho bisogno”. L’allenatore Marcelino, che ha valorizzato al massimo il suo dinamismo (svaria su tutto il fronte di attacco) e irrobustito il suo fisico (è meno alto e meno muscoloso di Rinaldo), lo considera imprescindibile. Al punto che, poco prima della scadenza del prestito, il Valencia ha deciso di svenarsi acquistandolo a titolo definitivo per 40 milioni di euro.

C’è un’altra curiosa analogia che lega i due assi portoghesi. Entrambi sono stati a lungo nel radar della Juventus. Obiettivi sfumati all’inizio per mancanza di tempestività. Dopo, per le cifre iperboliche di un mercato impazzito. Ronaldo non ha prezzo. Il cartellino di Guedes, se mantiene le promesse, già l’anno prossimo potrebbe superare i cento milioni di euro.

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