Il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha proclamato due giorni di sciopero. Il quotidiano non sarà in edicola l’1 e il 2 ottobre. Lo sciopero è stato indetto dal Cdr in replica ad una lettera indirizzata dal direttore Ferruccio de Bortoli alla redazione nella quale, tra l’altro, si parla di ”rivolgimenti epocali”, in particolare per l’informazione sul web con conseguenti ricadute sul lavoro della redazione.
Il Cdr ha giudicato ”irricevibile” la lettera e, dopo un’assemblea convocata d’urgenza, ha indetto le due giornate di sciopero.
Nella lettera De Bortoli afferma con una chiarezza che non ha uguali nella storia recente dei giornali italiani: “L’industria alla quale apparteniamo e la nostra professione stanno cambiando con velocità impressionante. In profondità. Di fronte a rivolgimenti epocali di questa natura, l’insieme degli accordi aziendali e delle prassi che hanno fin qui regolato i nostri rapporti sindacali non ha più senso”.
Sono parole che hanno provocato l’immediata reazione della redazione, unite alla minacciosa quanto ferma e coraggiosa conclusione: “Sediamoci attorno a un tavolo, chiedendo all’azienda di assumersi le proprie responsabilità, per stringere un nuovo patto interno all’altezza delle nostre sfide professionali ed editoriali. Ma una cosa deve essere chiara fin dall’inizio. Se non vi sarà accordo, i patti integrativi verranno denunciati, con il mio assenso. Sono convinto che avremo modo di riflettere su questa mia proposta, insieme ai colleghi dellintera redazione, e di convenire su tutto ciò che è necessario fare per non ipotecare ancora di più il nostro già incerto futuro”.
Il direttore ha anche chiesto senza mezzi termini alla sua redazione un maggior investimento “nel giornale e nella qualità”: “Ritorniamo a dare spazio ai giovani, ma ricontrattiamo quelle regole, in qualche caso autentici privilegi, che la multimedialità (e il buon senso) hanno reso obsolete” mentre si sta ”completando una ristrutturazione dolorosa ma necessaria che non ha messo però in cassa integrazione diretta alcun collega, com’è avvenuto in tutte le altre testate”.
Ora, ha detto De Bortoli, ”si apre una fase diversa, ugualmente impegnativa. Non mi nascondo le difficoltà. Il periodo che attraversiamo è difficile, in tutti i sensi”. E allora, a fronte di queste difficoltà c’è una condizione che ”con sincerità un po’ brutale”, il direttore del Corriere della Sera ha posto al suo corpo redazionale, ovvero che ”questo ormai anacronistico impianto di regole, pensato nell’era del piombo e nella preistoria della prima Repubblica, prima o poi cadrà. Con fragore e conseguenze imprevedibili sulle nostre ignare teste”.
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