NEW YORK – George Soros, 81 anni, americano nato a Budapest, speculatore, imprenditore, filantropo, quarantaseiesimo uomo più ricco del mondo, è di quelli che vogliono lasciare il loro marchio sula storia. Nel bene e nel male, Soros i suoi segni li ha già lasciati. Come quando, nel 1992 durante la crisi della sterlina divenne famoso come «l’uomo che rovinò la banca d’Inghilterra» a causa della sua speculazione sulle decisioni della Banca Centrale inglese, un insieme di operazioni che gli fecero guadagnare più di un miliardo di dollari nel giro di qualche ora.
Ma, il Soros degli ultimi dieci anni, è più che altro, dal punto di vista della ricezione del pubblico, il filantropo «liberal» (ovvero, di sinistra) che ha iniettato milioni e milioni di dollari nelle cause del suo impegno politico, dalla legalizzazione della marijuana in California alla transizione dal comunismo in Ungheria, alla ricerca delle energie alternative. Nel 2004, spese 27 milioni di dollari per la campagna dei democratici per detronizzare Bush.
Un’indagine di Fox News – accanita rivale di Soros, per ragioni di schieramento politico – rivela oggi la vasta rete di influenze giornalistiche che il miliardario di origine ungherese coltiva grazie alla sua ingente fortuna. Secondo la Fox, sarebbero a lui collegate, attraverso donazioni, più di trenta emittenti politiche, ivi compresi il The New York Times, il Washington Post, the Associated Press, NBC, l’ABC e l’Huffington Post.
Propublica, il primo giornale on-line ad aver vinto il prestigioso premio Pulitzer – l’«oscar» del giornalismo – ha ricevuto tra il 2009 e il 2010 250.000 dollari dalla Open Society Foundation, un istituto creato da Soros per promuovere i valori democratici e le riforme economiche e sociali. Ma Propublica – che è in primo luogo una «creatura» di altri miliardari liberal, nella fattispecie Herbet e Marion Sandel – non è la sola emittente a beneficiare della generosità del magnate americano.
Tra le più importanti organizzazioni finanziate da Soros troviamo il Center for Public Integrity e il Center for Investigative Reporting. La celebre Columbia School of Journalism – dai cui banchi esce il gotha del giornalismo mondiale – ha anch’essa ricevuto 600.000 dollari. E’ evidente che il filantropo di origine ungherese finanzia questi organismi in funzione della loro conciliabilità alla sua «agenda» politica.
Molte delle inchieste svolte in questi giornali riguardano di fatto tematiche piuttosto «left-wing» che danno fastidio ai repubblicani, e ai media a loro vicini. Tra i reportage, elenchiamo quelli sulla crisi dei sub-prime, sulle industrie petrolifere, sulla necessità di fare ricerca sulle energie alternative, sull’importanza della riforma sanitaria e del welfare. Tutte cose che un giornalista di Fox News, generalmente repubblicano, potrà difficilmente mandare giù. E’ forse per questo che alla fine del pezzo l’autore dell’articolo sottolinea malignamente che Soros ha iniziato il suo amore per il giornalismo, quando era ancora ragazzo a Budapest, vendendo un giornale… comunista.