BERGAMO – Oltre cento ultras indagati, tra i quali l’assessore regionale al Territorio, il leghista Daniele Belotti, decine di perquisizioni e sequestri a Bergamo e provincia. E’ il bilancio di un’indagine della polizia, relativa ad alcuni episodi di violenza, che hanno visto per protagonisti decine di tifosi dell’Atalanta, tra settembre 2009 e agosto 2010.
L’inchiesta si è conclusa nella notte tra il 7 e l’8 febbraio con 35 perquisizioni e l’esecuzione di tre ordinanze emesse dal gip. Dopo un anno e mezzo di indagini, al leader della curva atalantina, Claudio Galimberti, 37 anni, detto ‘il Bocia’, è stato imposto il divieto di dimora a Bergamo e provincia.
Altri due ultras di 23 e 25 anni sono stati sottoposti all’obbligo di presentazione tre volte alla settimana presso le forze dell’ordine. L’assessore regionale al Territorio, il leghista Daniele Belotti e’ ritenuto l’anello di congiunzione tra le istituzioni e la tifoseria e gli e’ stato contestato il concorso in associazione per delinquere, accusa che pero’ il gip per ora ha bocciato.
In particolare, l’attenzione della procura si è soffermata sugli scontri del 13 dicembre 2009, dopo Atalanta-Inter, e su altre tre manifestazioni di protesta organizzate il 19 gennaio 2010 davanti alla questura di Bergamo, il 4 maggio 2010 alla sede di Zingonia dell’Atalanta e il 25 agosto ad Alzano Lombardo, alla presenza del ministro Maroni.
Le intercettazioni telefoniche hanno permesso di ricostruire una fitta rete di rapporti tra gli ultras che, secondo l’accusa, programmavano in anticipo e minuziosamente ogni singolo episodio di violenza. Da qui la richiesta, per sei persone, della custodia cautelare in carcere, che però il gip non ha concesso per la mancanza di gravi indizi a loro carico in merito al reato più grave, ovvero quello di associazione per delinquere.
E tra gli indagati c’e’ anche l’assessore al Territorio della Regione Lombardia Daniele Belotti (Lega), 42 anni, di cui 35 passati da abbonato in curva nord. Belotti e’ ritenuto l’anello di congiunzione tra le istituzioni e la tifoseria; dovra’ rispondere di concorso in associazione per delinquere. Era lui, secondo l’accusa, che consigliava i leader della curva, con un ruolo anche economico e finanziario.
”Ho sempre fatto da mediatore tra le istituzioni e la tifoseria dell’Atalanta, almeno fino ai fatti di Alzano Lombardo – spiega l’assessore tifoso -. In quella curva ci sono cresciuto e da anni sindaci, prefetti e questori mi chiedevano di rivestire quel ruolo. Di certo non possono attribuirmi atti violenti, ai quali non ho mai partecipato. Sono tranquillo e chiedero’ presto un incontro con il pm”. Questa mattina, al termine delle perquisizioni in cui sono stati sequestrati passamontagna, mazze da baseball, cinture bullonate, fumogeni, sfollagente e numerosi altri oggetti, la polizia ha eseguito le tre ordinanze: al capo della curva è stato imposto il divieto di dimora a Bergamo e provincia, mentre gli altri due ultras sono stati sottoposti all’obbligo di firma.
Trentasette anni, meglio conosciuto come ‘il Bocia’, Galimberti e’ da almeno 15 anni il leader carismatico della tifoseria atalantina, al quale tutti fanno riferimento. Piu’ volte arrestato dalle forze dell’ordine, su di lui pesa un Daspo fino al 2014. Non ci sono indagati, invece, tra i giocatori e i dirigenti dell’Atalanta, che pure sono entrati nell’inchiesta, sempre grazie alle intercettazioni. Si e’ scoperto infatti che almeno quattro calciatori e alcuni alti dirigenti hanno fatto visita agli ultras ai domiciliari, portando magliette in regalo e le scuse per aver perso o pareggiato una partita.
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