ROMA – La ricerca dell’aereo della Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo continuano. Sono 25 i Paesi coinvolti nelle ricerche, spiega il ministro dei Trasporti malese in una conferenza stampa a Kuala Lumpur. Ad alcuni di questi, ha precisato il ministro, sono state chieste informazioni sui passeggeri e i dati raccolti attraverso radar e satelliti “per restringere il campo della ricerca“. Tra questi impegnati anche il Kazakhstan, il Pakistan, il Bangladesh, la Cina, il Vietnam, l’Australia e la Francia.
Intanto l’opinione pubblica cinese, nazionalità della maggior parte dei 239 passeggeri a bordo del volo, si scaglia contro le autorità malesi, accusate di aver sprecato tempo. Dall’agenzia ufficiale Nuova Cina ai social network, tutti sottolineano che “le informazioni sono arrivate troppo tardi e le ricerche svolte finora sono state totalmente inutili”.
Le ricerche entrano così in “una nuova fase”, spiega il ministro, implicitamente ammettendo il fallimento delle operazioni portate avanti sinora. Al momento il velivolo viene cercato “in 11 paesi e nelle profondità dell’oceano”, ha precisato.
Oltre a pilota, co-pilota e passeggeri, le indagini sulla scomparsa si stanno concentrando sul personale di terra, tecnici e ingegneri in contatto con il velivolo, spiegano da Kuala Lumpur, precisando che pilota e co-pilota “non avevano chiesto di viaggiare insieme su questo volo”.
Se 25 sono i Paesi coinvolti nelle ricerche, intanto l’India ha sospeso le operazioni di ricerca, riferisce Zee Tv citando un portavoce della Marina indiana, la tv ha spiegato che “si tratta di sospensione e non di abbandono delle ricerche perche’ Kuala Lumpur vuole mettere a punto una nuova strategia”. Da alcuni giorni navi e aerei indiani stavano cercando tracce dell’aereo scomparso nella zona delle isole Andamane e nella Baia del Bengala.
La tesi portata avanti dalle autorità malesi ora è di dirottamento: il premier malaysiano Najib Razak ha sostenuto che l’ipotesi su cui gli investigatori stavano lavorando era una deviazione “deliberata” della rotta del velivolo da parte dei piloti o di qualcun altro a bordo.
Sulla base dell’ultimo segnale emesso, le autorità malaysiane hanno ipotizzato l’esistenza di due corridoi di volo per il Boeing 777: uno meridionale sull’oceano Indiano ed uno settentrionale sull’India ed il Pakistan.
Il 15 marzo le autorità indiane hanno escluso che un qualsiasi velivolo possa attraversare il territorio dell’India senza essere localizzato dai radar nazionali. Fra le mille ipotesi che si fanno su quanto sia accaduto sull’aereo, ieri l’ex vice segretario di Stato americano Strobe Talbott ha ipotizzato in un tweet che possa trattarsi di un dirottamento mirato ad un attentato contro l’India.
“La direzione, il carico di combustibile e la traiettoria – ha sostenuto Talbott – portano alcuni a sospettare che dirottatori abbiano pianificato un attacco del tipo 11 settembre (contro le Torri gemelle di New York) in una città indiana”.
A seguire le immagini delle ricerche dell’aereo e dei familiari dei passeggeri che aspettano notizie (foto Ap/LaPresse)