ROMA – Alessandro Sallusti ha scontato il suo primo giorno di arresti domiciliari e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa sapere che è in corso una sua valutazione della vicenda. Napolitano e il ministro della Giustizia Paola Severino si sono incontrati il 2 dicembre e tra le soluzioni al vaglio non sarebbe stata esclusa anche quella della concessione della grazia.
Il portavoce del Colle, Pasquale Cascella, ha scritto su Twitter: “Il presidente Napolitano sta esaminando ogni aspetto della complessa vicenda Sallusti e considera tutte le ipotesi del caso, particolarmente complesso, che richiede responsabilità da tutti”.
Anche Silvio Berlusconi è intervenuto sul caso Sallusti, affermando la necessità di una riforma della giustizia. “Da tempo sostengo l’improrogabile necessità della riforma della giustizia a garanzia del più fondamentale diritto di la libertà. L’incredibile vicenda di Sallusti non fa che riaffermare l’assoluta necessità ed urgenza di tale riforma”.
Secondo la normativa in vigore infatti la domanda di grazia è diretta al presidente della Repubblica e va presentata al ministro della Giustizia. E’ sottoscritta dal condannato, da un suo prossimo congiunto, dal convivente, dal tutore o curatore, oppure da un avvocato. Però né da Sallusti, il quale su Twitter annuncia che domani riprenderà a scrivere, né dalla sua compagna Daniela Santanchè, che pure potrebbe prendere l’iniziativa, vengono segnali di una possibile richiesta in questo senso al presidente della Repubblica.
Del resto il direttore de Il Giornale, aveva nei lunghi giorni di questa tormentata vicenda, ribadito di non avere intenzione alcuna di chiedere la grazia, anzi sottolineando a più riprese il mancato intervento diretto di Napolitano ‘‘per difendere la libertà di espressione”. L’art. 681 del codice di procedura penale però prevede anche che la grazia possa essere concessa di ufficio e cioè in assenza di domanda e proposta, ma sempre dopo che è stata compiuta l’istruttoria.
Berlusconi, parlando del caso, ha detto: ”Ora sta al mondo politico trovare al più presto una soluzione adeguata che contemperi l’inalienabile diritto di opinione e di informazione con l’altrettanto inalienabile diritto a non vedere lese la propria privacy e la propria onorabilità. Mi auguro che Alessandro Sallusti possa riprendere al più presto il suo impegno di direttore e che venga così cancellata agli occhi del mondo questa ulteriore pagina di giustizia negata”.
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