FIRENZE – Erano passate da poco le dieci di mattina quando Alessandro Nencini, presidente della Corte d’assise d’appello di Firenze, ha annunciato con voce decisa “la sentenza non prima delle 17”. Quella del nuovo secondo grado per l’omicidio di Meredith Kercher con imputati Raffaele Sollecito e Amanda Knox.
Dalle sue parole sono invece passate quasi 12 ore, tante in più rispetto al previsto. Anche se era stato lo stesso giudice ad annunciare che fare previsioni in questi casi sarebbe stato pressoché impossibile. Intorno alle 13 per la Corte é arrivato il pranzo. Portato da un’addetta della tavola calda interna al palazzo di giustizia. Che ha sistemato in camera di consiglio un carrello con alcuni piatti. Intorno alle 16 in aula sono cominciati ad arrivare i primi avvocati. Forse nella speranza che il termine delle 17 fosse rispettato.
Un annuncio dell’addetta alla cancelleria ha però cancellato le speranze. Spostando il termine alle 18. Mentre poco dopo un vassoio ha portato dei caffè nella stanza della Corte. Nel chiuso della camera di consiglio il confronto tra il presidente della Corte, il giudice a latere Luciana Cicerchia, già nel collegio del processo alle nuove Br celebrato ad Arezzo, e i giudici popolari è andato avanti. Una riunione fiume proseguita fino quasi alle 22. Ore nelle quali avvocati e imputati si sono interrogati sul significato della durata della camera di consiglio che alla fine ha deciso: Raffaele Sollecito è stato condannato a 25 anni, Amanda Knox a 28 e mezzo.
Le foto della lettura della sentenza della Corte d’Appello (foto LaPresse)