Il Naegleria fowleri è un parassita molto piccolo e pericoloso per l’uomo. Si tratta di un protista, ossia un organismo unicellulare che sembra un’ameba e che vive nelle acque dolci di tutto il mondo. Nell’uomo un’infezione da N. fowleri può causare la meningoencefalite amebica primaria, malattia estremamente grave che colpisce il sistema nervoso centrale e quasi sempre letale.
Se non viene diagnosticata e curata subito, la malattia uccide in una sola settimana. Kali Hardig, una ragazzina dell’Arkansas, se l’è beccata a luglio: la ragazzina di 12 anni però, è ancora viva diventando dunque uno dei pochissimi sopravvissuti a questo parassita.
Il contagio lo spiega un articolo del Corriere della Sera a firma Laura Cuppini:
“Naegleria fowleri è un organismo minuscolo e semplicissimo, misura 20 micrometri (ovvero millesimi di millimetro) e può infettare diversi animali, in particolare mammiferi. L’uomo rischia di contrarla nuotando in fiumi o laghi, soprattutto quando l’acqua è tiepida o calda, e attraverso pratiche di lavaggio nasale con acque infette”.
Il parassita entra dunque dal naso: se l’acqua entra invece in bocca non si corrono rischi. dal naso, il Naedleria Fowleri risale lungo il nervo olfattivo ed arriva al cervello. Lì i parassiti si moltiplicano molto rapidamente, nutrendosi di tessuto nervoso cerebrale provocando delle lesioni letali in oltre il 90% dei casi. Anche il nuoto in piscina può essere un fattore di rischio, nel caso in cui l’acqua e i filtri non vengano puliti correttamente.
La dodicenne americana si è infettata nel Willow Springs Water Park, un parco acquatico di Little Rock. Qui, c’era già stato un caso di infezione nei giorni scorsi. Ora il Dipartimento della Salute dell’Arkansas ha imposto ai gestori di chiudere il parco, che sarà riaperto una volta messo in condizioni di sicurezza. Sotto accusa è finito il laghetto con fondale sabbioso in cui il parassita è vissuto indisturbato.
La meningoencefalite amebica primaria è una malattia molto rara ma quasi sempre mortale: negli Stati Uniti ci sono stati 128 casi dal 1962 al 2012. I sopravvissuti, scrive il Corriere della Sera
“Sono stati solo due (di cui uno in Messico), Kali è dunque la terza. Quasi un miracolo. Secondo i medici che l’hanno in cura all’Arkansas Children’s Hospital, il successo è dovuto a una terapia sperimentale e alla diagnosi precoce. La mamma di Kali, Traci Hardig, ha portato la figlia in ospedale il 19 luglio, poco dopo aver contratto la malattia: aveva la febbre alta. È uno dei sintomi della meningoencefalite amebica primaria, insieme a mal di testa, nausea e vomito; possono seguire torcicollo, convulsioni, allucinazioni e coma”.
Ecco la terapia che sta salvando la vita a Kali. La ragazzina
“E’ stata trattata indicendo il coma, abbassando la temperatura corporea e con un farmaco sperimentale. La cura sembra aver funzionato: la ragazzina è tornata a respirare da sola ed è in grado di scrivere il proprio nome e rispondere alle domande per iscritto, ma non di parlare. Dagli ultimi esami il suo organismo risulta liberato dal parassita. Resta però in condizioni critiche, ricoverata nella terapia intensiva. ‘Abbiamo eliminato il parassita dal suo corpo, ma far tornare a posto il cervello è la parte più difficile – ha detto il dottor Sanjiv Pasala -. Però ogni giorno assistiamo a un piccolo miglioramento, siamo ottimisti’. ‘All’inizio i medici ci hanno detto che Kali non sarebbe sopravvissuta. Mio marito mi diceva: pregheremo per lei, la aiuteremo a combattere. Adesso Kali è ufficialmente la terza sopravvissuta’ dice con gioia la mamma, Traci, che durante il ricovero della figlia ha dovuto affrontare un cancro al seno. ‘Adesso devo pensare anche a me stessa – spiega la donna – per potermi prendere cura di Kali, quando tornerà a casa’. La famiglia Harding prega ancora, questa volta per Zachary Reyna, anche lui dodicenne, della Florida, che sta combattendo contro la meningoencefalite amebica primaria. ‘Preghiamo perché lui sia il sopravvissuto numero quattro’ dice Traci”.
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