Attentato Musy, Furchì in carcere trasferito nella sezione psichiatria

TORINO – “E’ un violento”: per questo motivo Francesco Furchì, in carcere per l’aggressione al consigliere regionale Alberto Musy, è stato trasferito nella sezione riservata a chi soffre di disagi psichici.Da quanto si apprende da Repubblica, per il suo “comportamento violento” Furchì avrebbe già avuto parecchi problemi con gli altri reclusi al carcere delle Vallette di Torino.

C’è però anche il dubbio, scrive Repubblica, che Furchì “stia simulando uno squilibrio mentale come ha già fatto con il fantomatico attacco cardiaco che aveva “finto” subito dopo l’arresto, o che soffra realmente di qualche disturbo della personalità”.

Martedì 5 febbraio il tribunale della libertà dovrà decidere se Furchì deve restare in carcere, cioè se c’è il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato.

La difesa potrebbe puntare sugli esami antropometrici. Al momento l’accusa non ha ancora potuto comparare le misure del corpo di Furchì con quelle dell’uomo nel video in cui si vede l’attentatore di Musy con casco e cappotto.

Secondo la difesa “non c’è nessun indizio. Niente che possa legittimare l’emissione di un provvedimento come la custodia cautelare in carcere”, sostiene l’avvocato Giancarlo Pittelli. Per l’accusa invece sono 7 i gravi indizi che inchiodano Furchì, scrive Repubblica: “la sua presenza in centro la mattina del delitto, il suo cellulare “spento”, la mancanza di un alibi, la testimonianza dei traslocatori che hanno riferito di averlo visto allontanarsi con un borsone, il fatto che avesse un motorino, la consulenza scientifica sulla sua corporatura, e infine il modo in cui si è comportato dopo l’aggressione, con un basso profilo”.

Le immagini di Francesco Furchi in Tribunale (Ansa)

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