“Bevi Napoli e poi muori”: diossina, uranio, gas velenosi nell’acqua…

di Emiliano Condò
Pubblicato il 14 Novembre 2013 - 15:56 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Uno slogan efficace: “Bevi Napoli e poi muori”. Tutto su uno sfondo nero petrolio. Petrolio che però esce da un rubinetto. Il punto è che non è solo uno slogan. Il settimanale l’Espresso, nel numero che sarà in edicola da venerdì, dedica copertina e un’inchiesta all’acqua di Napoli, quella che qualche milione di persone beve tutti i giorni.

E secondo l’Espresso l’acqua di Napoli e dintorni è

“contaminata ovunque, con tracce pericolose di uranio. Gas velenosi dal suolo. Diossina. (…) Nessuna zona è sicura”

Informazioni inquietanti che al settimanale arrivano da un dossier che sarebbe stato redatto dai militari Usa che hanno studiato i rischi causati dai rifiuti tossici in Campania. Dati raccolti per due anni su acqua, cibo, terreni, fumi tra il 2009 e il 2011 e poi trasmessi alle autorità italiane. Senza che nel frattempo, secondo il settimanale, sia accaduto nulla.

Per la documentazione (in lingua inglese) su cui si basa l’inchiesta dell’Espresso clicca qui

Se i dati dovessero risultare reali ci sarebbe da aver paura. Paura che non ha un consigliere regionale campano, Corrado Gabriele che ha addirittura chiesto di impedire l’uscita del settimanale perché “offensiva e da censurare”. Nel dubbio, Gabriele preferisce non far sapere. Si preoccupa del  “danno all’economia campana” e “soprattutto” del “danno psicologico per milioni di cittadini napoletani e campani che oltre a subire le conseguenze dei rifiuti seppelliti in Campania devono vivere nel terrore di utilizzare l’acqua e i prodotti agricoli della nostra terra”.

L’Espresso, però, nega e risponde a Gabriele:

“Invitiamo il consigliere regionale Corrado Gabriele a leggere sull’Espresso in edicola domani l’accurata inchiesta sulla situazione ambientale in Campania prima di esprimere giudizi e addirittura chiedere l’intervento della magistratura per un eventuale reato di procurato allarme”.

Sull’edizione online del settimanale, ovviamente, piovono i commenti alla notizia. C’è chi è perplesso per il “sensazionalismo” e chi è allarmato. Quasi tutti, però, bocciano l’idea della censura dell’uscita del giornale.

"Bevi Napoli e poi muori", la copertina de L'Espresso

“Bevi Napoli e poi muori”, la copertina de L’Espresso