Chi è Maria Elena Boschi, la “leoparda della Leopolda” (foto e video)

ROMA – Chi è Maria Elena Boschi? Miss Parlamento, la giaguara di Renzi, la leoparda della Leopolda, la renziana che piace a Berlusconi: sono tutti i titoli di riconoscimento e di giornali collezionati nella breve ma intensa carriera politica di questa trentaduenne deputata, nata il 24 gennaio 1981 a Montevarchi, nel segno dell’Acquario e nella provincia di Arezzo.

La madre, Stefania Agresti, è vicesindaco di Laterina (Arezzo, giunta di centrosinistra). Il padre Pierluigi è dirigente della Coldiretti e della Cantina Sociale di San Giovanni Valdarno. Ne ritroviamo traccia nell’archivio di Repubblica per una notizia “sul povero fagiolo zolfino che rischia di morire”.

Maria Elena è avvocato, esperta in diritto societario. Nel 2012 ha dichiarato un reddito di 90.000 euro.

Scrivono di lei Denise Pardo e Mario Lancisi sull’Espresso:

“emblema di una generazione cresciuta a vitamine e Hello Kitty, non ideologica, blandamente politicizzata, nata da una famiglia bianca in una Toscana rossa. […] Enzo Brogi, consigliere regionale che viene dal Pci, amico dei suoi genitori, chiese a Renzi un giudizio su di lei. «Disse che era bravissima e che l’aveva conosciuta e consultata per certe questioni giuridiche “Mi ha risolto diversi problemi”, spiegò il sindaco, “facendomi risparmiare una barcata di soldi”».

Boschi lavora in uno studio legale rinomato, Tombari Laroma e associati, è secchiona, precisa, pignola, instancabile come Renzi, dicono a Firenze. Nessun episodio memorabile. Nessuna tesi folgorante. Una prima della classe con tacco dieci, assertiva e concreta.

Nel giro di poco tempo, viene nominata da Renzi nel cda di Publiacqua, la più grande azienda toscana che gestisce il servizio idrico (azionista anche la romana Acea) insieme a Erasmo De Angelis, ex giornalista del “manifesto”, che ne diventa il presidente (ora è sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti). Non solo. È uno degli architetti giuridici della privatizzazione dell’Ataf, l’azienda dei trasporti, la grande battaglia di Renzi che gli ha messo contro la Cgil”.

Renziana da sempre, ha organizzato la Leopolda 2013 – quella dove ha esibito un décolleté tacco 10 leopardato – ma su Youtube si trovano i suoi interventi già alla Leopolda 2011 e 2012.

Nella campagna di Renzi per le primarie del Pd la Boschi fa parte del tridente tutto femminile Maria Elena Boschi-Simona Bonafè-Sara Biagiotti che il sindaco di Firenze oppone al tridente bersaniano Tommaso Giuntella-Roberto Speranza-Alessandra Moretti.

Renzi perde, ma la Boschi è subito inserita nella quota dei renziani che verranno eletti in Parlamento in posizioni “blindate”. Arrivata a Montecitorio conquista per il Pd lo scettro di Miss Parlamento (detenuto nella legislatura precedente dal Pdl con Gabriella Giammanco).

Ma il suo non è un ruolo meramente decorativo: segretario della Commissione Affari costituzionali, alla Camera viene incarica del ruolo delicato di ambasciatrice dei renziani con le fazioni rivali. La si vede parlare spesso con i giovani turchi Matteo Orfini e Andrea Orlando e con Pippo Civati, che fa corrente da solo.

Quale che sia il suo destino, la Boschi ha un merito: è fonte d’ispirazione per le penne di destra e di sinistra, uomini e donne che siano. Pietrangelo Buttafuoco sul Foglio:

“…la bella Maria Elena Boschi che – seppure distante dall’estetica da Rete 4 del recente berlusconismo – aggiorna l’idea femminile dell’impegno politico in una rivisitazione del pop. Sono happy questi days e la bella Boschi, infatti, in quel festoso Zecchino d’Oro del ceto medio riflessivo qual è stata la vernice renziana, è risultata come una rassicurante Mariele Ventre.

La soave Boschi, come il dolce capo coro dell’Antoniano, dunque, così tanto acqua e sapone ma con gli stivaletti azzurranti da lenza in assetto giaguaro ha assicurato – ancora più di quanto abbia fatto Zurlì-Renzi – l’avanzamento del palinsesto nell’immaginario di un consenso sovrapponibile. Non si arriva da Frank Sinatra a Fonzie senza accorgimenti strategici”.

Ancora Denise Pardo e Mario Lancisi:

“Ma gli esperti della fenomenologia del sindaco sostengono che le scarpe da giaguaro non sono altro che la risposta femminile del chiodo di cuoio esibito da lui nella famigerata ospitata di “Amici” di Maria De Filippi”.

Gestione cookie