Coronavirus Bergamo, camion militari portano via altri 70 feretri FOTO-VIDEO

ROMA – Sono una settantina i feretri che la mattina di oggi, sabato 21 marzo, sono stati caricati sui camion dell’esercito per essere trasferiti dal cimitero di Bergamo in altre zone del Nord, in particolare in Emilia Romagna per la cremazione. Anche oggi Bergamo assisterà dunque a un nuovo, drammatico corteo dei mezzi, come quello della sera del 18 marzo scorso, con le bare dei propri cari per i quali non è nemmeno stato possibile organizzare un funerale, perché le regole per contrastare la diffusione del coronavirus li vietano.

Cinquanta delle bare partite in mattinata da Bergamo sono dirette a Ferrara, su un convoglio militare, scortato dai Carabinieri del radiomobile dal casello autostradale. I feretri saranno distribuiti tra la Certosa di Ferrara e il cimitero di Copparo.

È arrivato il momento di fermarci, ma per davvero. Confidiamo in voi”: è l’appello firmato dai 243 sindaci dei Comuni Bergamaschi, a partire dal primo cittadino di Bergamo Giorgio Gori, inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al governatore lombardo Attilio Fontana. “Al momento – spiegano – riteniamo che l’adozione di coraggiosi nuovi provvedimenti restrittivi possa rappresentare l’unica ed auspicabile soluzione per una tragedia che sembra oggi, che i contagi aumentano inesorabili, non avere fine”.

Quello di venerdì 20 marzo è stato il giorno più duro dall’inizio dell’emergenza, con 627 nuove vittime in 24 ore, e un ulteriore giro di vite del governo alle misure restrittive adottate ormai due settimane fa in tutta Italia per tentare di contenere la diffusione del coronavirus: chiusi da parchi, ville storiche, aree giochi per bambini e giardini pubblici, sport consentito ma solo vicino casa, stop a qualsiasi attività ludica e ricreativa all’aperto.

E’ il bollettino di guerra quotidiano ad aver impresso un’accelerazione alle scelte dell’esecutivo, che avrebbe voluto attendere almeno il week end – domenica scadono infatti le due settimane indicate dagli scienziati per vedere se i provvedimenti adottati abbiano prodotto gli effetti sperati – prima di intervenire di nuovo. I numeri sono ormai impressionanti: nelle ultime 48 ore si sono ammalate 9.150 persone e le vittime sono state oltre mille. In tutto il paese ci sono 37.860 uomini, donne e bambini con il virus, 2.655 dei quali in terapia intensiva. Ma non solo: 3.359 malati, poco meno del 10% sono medici; da giovedì sono aumentati di 659 unità.

Fonte: Ansa, Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev

 

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