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Der Spiegel, l’articolo del settimanale tedesco: “L’Italia non è spendacciona” FOTO

ROMA – Nei giorni scorsi è uscito un editoriale sullo Spiegel a favore dell’Italia.

Dopo l’articolo del direttore Steffen Klusmann che nei primi di aprile aveva definito “gretto e vigliacco” il rifiuto tedesco degli eurobond, ora è l’editorialista Thomas Fricke a intervenire con un’analisi che entra nel merito della grande questione del debito pubblico italiano, spiegando la trentennale virtuosità italiana.

Il titolo dell’articolo è “La fatale distorsione tedesca dell’Italia”. Articolo che arriva dopo decenni di copertine anti-italiane iniziate nel 1977 con la pistola nel piatto di spaghetti. 

Basta citare quella più recente, 2 giugno 2018, con ancora gli spaghetti che campeggiavano sulla copertina a forma di cappio. Sul settimanale, in italiano c’era scritto: “Ciao amore!” con il sottotitolo “come l’Italia si autodistrugge e trascina l’Europa con sé”.

Ed ecco cosa scrive Fricke ora, nella traduzione fornita dal Corriere della Sera:

“Forse è una conseguenza di tanti film sulla mafia. Forse è semplicemente l’invidia per il fatto che l’Italia abbia un tempo migliore, un cibo migliore, più sole e più mare. Qualcosa comunque deve spiegare questo assillo nel puntare sul fatto che i tedeschi sarebbero più oculati, più seri e più affidabili”.

“E a questo proposito mostrare l’inadeguatezza dell’Italia. Tutta questa spocchia tedesca non è di adesso, ma adesso è particolarmente tragica. Perché? Perché questa giaculatoria tedesca ha così poco a che fare con la realtà, più o meno come i crauti con le abitudini alimentari di Wanneeickel (una cittadina della Ruhr, ndr), o come la lodata puntualità tedesca ha a che fare con la velocità di costruzione del nostro delizioso aeroporto nella capitale (un clamoroso caso di ritardi e costi gonfiati, spiega ancora il Corriere della Sera)”.

Il giornalista affronta poi la questione sostanziale: “Il vero dramma dell’euro risiede nel cliché erroneo dell’Italia spendacciona. Questo non ha nulla a che fare con la realtà e sta per disintegrare l’Europa”.

Fricke cita l’economista Antonella Sturati dell’Università Roma Tre e spiega che “se non si calcolano i pagamenti degli interessi, dal 1992 i governi italiani hanno avuto eccedenze di bilancio anno dopo anno“.

Il problema dell’Italia è quindi l’impossibilità di spendere per via di un debito più antico: “Dolce vita? Sciocchezze. Dal 2000 gli investimenti pubblici italiani sono calati del 40%, un collasso regolato per legge. Nell’istruzione si è investito quasi un decimo. Una follia. Le spese pubbliche ristagnano dal 2006. In Germania sono aumentate quasi del 20%”.

La tendenza italia “è diventata poi una catastrofe a partire dall’eurocrisi, quando Mario Monti sotto la pressione internazionale e in particolare tedesca ha iniziato una riforma dopo l’altra. Una volta sul mercato del lavoro. Un’altra volta sulla pensioni”.

L’articolo parla poi dei tagli alla sanità dal 2010 di cui si parla in queste settimana per via della  pandemia da coronavirus.

L’editoriale spiega cosa dovrebbe fare la Germania: “Non è una colpa diretta della politica tedesca. Chiaro. Ma è giunto il tempo di smetterla con insegnamenti errati, e di contribuire alla riparazione del disastro, caro Herr Schäuble”.

“Forse per salvare l’Europa innanzitutto ci sarebbe bisogno in Germania di nuovi esperti” sentenzia ancora Der Spiegel. Perché “non siamo al circo ma a una crisi che leva il fiato, per quanto è seria”.

Quindi “è tempo di fermare questo dramma e gli eurobond sono il simbolo di un destino comune. Destino che noi condividiamo comunque, avendo una valuta comune. Altrimenti in un paio di anni l’Unione europea non sarà più tale. E Francia e Italia avranno al potere persone come Trump e Johnson, che non hanno voglia di giocare assieme: il gioco sul quale la Germania costruisce da decenni il suo benessere” (fonte: Corriere della Sera, Der Spiegel).

 

 

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