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Diabolik, ex leader degli Irriducibili ucciso un anno fa a Roma. Manifesti in suo ricordo FOTO

Diabolik, l’ex leader degli Irriducibili della Lazio, venne ucciso un anno fa. Ora è stato ricordato da alcuni manifesti appesi a Roma. 

Fabrizio Piscitelli venne ucciso con un colpo di pistola nel parco degli Acquedotti a Roma.

Numerosi manifesti con l’immagine del fumetto che portava come soprannome sono comparsi la mattina di oggi, venerdì 7 agosto, in diversi quartieri romani tra cui Prati e Delle Vittorie.

Sui manifesti compaiono solo la data di oggi e quella della morte senza alcuna forma.

Chi era Fabrizio Piscitelli

Era uno dei volti più noti della Curva Nord laziale, degli Irriducibili, Fabrizio Piscitelli detto Diabolik.

La carta d’identità, nel momento della sua morte, segnava 53 anni anni, molti dei quali spesi a tifare per i colori biancocelesti.

Piscitelli, più volte era finito al centro di vicende giudiziarie legate al tifo per la squadra capitolina ma anche ad indagini sul traffico internazionale di stupefacenti.

Piscitelli viene menzionato anche nelle carte dell’inchiesta Mafia Capitale. 

A gennaio 2015 Piscitelli era stato condannato, assieme ad altri 3 capi ultrà,

a 3 anni e 6 mesi nell’ambito processo di primo grado per il tentativo di scalata alla Lazio che nel 2006 aveva coinvolto anche l’ex bomber icona del primo scudetto biancoceleste, Giorgio Chinaglia.

Le inchieste che riguardano l’ex ultra

Da un’inchiesta scattata nell’aprile del 2014 emerse che

“all’elevato tenore di vita tenuto dalla famiglia Piscitelli faceva da controparte una dichiarazione dei redditi decisamente troppo scarna”.

Secondo quelle indagini il capo ultrà “faceva soldi commercializzando gadget della Lazio, e aveva fondato un’azienda il cui capitale, allora sotto sequestro,

era diviso a metà tra la moglie e la figlia”.

Piscitelli deteneva anche il 70 per cento delle quote di una società in liquidazione,

la “Fans Edition”, e risultava presidente dell’associazione culturale “Mister Enrich”

(noto simbolo degli Irriducibili), che contava nel consiglio direttivo due vertici storici del gruppo laziale.

Nel 2016 invece Piscitelli subì il sequestro di oltre 2 milioni di euro

ompresa anche una villa a Grottaferrata (provvedimento poi annullato dalla Cassazione) dopo le indagini della

Direzione Distrettuale Antimafia che lo vedevano coinvolto in un traffico internazionale di sostanze stupefacenti provenienti dalla Spagna. 

Secondo gli inquirenti che indagavano all’epoca sulla vicenda, Piscitelli era ritenuto un soggetto “pericoloso” da oltre 25 anni,

“vissuto costantemente all’insegna della prepotenza e della sopraffazione sul prossimo, indifferente ai numerosi provvedimenti di polizia adottati nei suoi confronti”

e si sarebbe “dedicato al crimine organizzato finanziando numerose importazioni di sostanze stupefacenti” (fonte: Ansa).

 
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