IL CAIRO – L’Egitto ricorda il quarto anniversario della Primavera Araba che ha fatto decadere Hosni Mubarak. E quindici attivisti vengono uccisi dalla polizia durante le manifestazioni in tutto il Paese in questo fine settimana.
Tra loro una donna di 33 anni, Shaimaa El-Sabag, che è stata ammazzata sabato da alcuni proiettili di gomma esplosi a distanza ravvicinata. E’ stata colpita due volte ad un occhio e una alla testa. E’ morta tra le braccia del suo compagno. Il ministero dell’Interno ha negato che la polizia abbia sparato ma non ha saputo spiegare come sia morta Shaimaa.
La donna era una dirigente di un piccolo partito di sinistra, “Alleanza popolare socialista”. E’ morta vicino a piazza Tahrir al Cairo mentre la polizia disperdeva un corteo di una decina di persone.
I manifestanti puntavano a deporre fiori a piazza Tahrir, la piazza simbolo della rivoluzione che fece cadere il trentennale presidente Hosni Mubarak: nei 18 giorni di rivolta iniziati il 25 gennaio morirono più di 800 persone e uno slogan della manifestazione di sabato inneggiava contro “gli assassini dei martiri”.
Il corteo chiedeva anche “pane, libertà e giustizia sociale”, ma è stato represso in base a una controversa legge che in Egitto, dal novembre 2013, limita fortemente il diritto di manifestare. La norma è chiaramente diretta ad evitare cortei dei Fratelli musulmani, messi al bando dopo la seconda rivoluzione egiziana, quella popolar-militare che un anno e mezzo fa portò alla caduta del presidente islamista Mohamed Morsi.
Un anno fa, la vigilia del 25 gennaio era stata segnata da 14 morti in scontri tra Fratelli musulmani e polizia seguiti da 29 vittime il giorno dopo: un bilancio ben più pesante di quello che si profila quest’anno nonostante l’appello a una “rivoluzione” lanciato dalla Confraternita che secondo un autorevole sito governativo gode ormai di un sostegno “in declino”.
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(Foto Reuters)