IL CAIRO – Dopo neppure due giorni dall’attacco al consolato americano a Bengasi costato la vita all’ambasciatore Chris Stevens quattro persone sono state arrestate perché sospettate di aver avuto un ruolo nell’attacco all’ambasciata americana a Bengasi. Lo rendono noto le autorità libiche, secondo quanto riportato dalla Bbc.
Durante un incontro elettorale in Colorado il presidente americano Barack Obama ha chiarito: ”Nessun atto di terrore resterà impunito. La violenza non scalfirà la determinazione degli americani. Stiamo facendo tutto il necessario per proteggere il nostro personale all’estero, e questa è una priorità di questa presidenza, ha detto Obama respingendo le critiche di un’azione troppo debole della Casa Bianca. ”Il nostro compito è quello di difendere, di proteggere, e di far avanzare i nostri valori in tutto il mondo. Ho dato istruzione all’amministrazione di fare tutto quello che serve per proteggere gli americani all’estero, chiedendo ad altri governi di far fronte alle loro responsabilita’ e proteggere quindi i cittadini americani sul loro territorio”.
Gli assalti alle ambasciate americane nel medio oriente sono iniziati in Egitto, dopo la presentazione del film sul profeta Maometto ritenuto offensivo per l’islam. Il contestato film è stato prodotto da egiziani di fede cristiana, i copti, negli Stati Uniti e la popolazione islamica non perdona l’offesa che ritiene di aver subito. La prima manifestazione anti-Usa è scattata in Egitto, dove la folla ha rimpiazzato le bandiere stelle e strisce dell’ambasciata americana del Cairo con bandiere islamiche.
Gli attacchi si sono poi estesi in Libia, dove l’assalto al consolato americano di Bengasi si è concluso con la morte di 4 diplomatici, tra cui l’ambasciatore Stevens. La febbre anti-Usa non si ferma e giunge fino in Yemen, dove l’ambasciata americana di Sanaa è stata presa d’assalto dalla folla. La polizia yemenita ha sparato per disperdere la folla ed un manifestante è stato ucciso, 5 sono rimasti feriti.
Ma gli Stati Uniti, feriti nel vivo, si preparano a rispondere: navi della marina militare americana stanno già facendo rotta verso la Libia e si preparano a rispondere agli altri scontri.
Il presidente Barack Obama ha telefonato ai premier di Libia ed Egitto, fa sapere la Casa Bianca, per chiedere “cooperazione per la sicurezza” dopo la violenza dell’attacco a Bengasi. Il premier egiziano Mohamed Morsi ha risposto ad Obama dalla tv di Stato egiziana esprimendo le sue condoglianze per la morte di Stevens, ma sottolineando che gli Stati Uniti devono impegnarsi in “misure dissuasive” per mantenere buoni rapporti con i paesi islamici.
Morsi ha invitato dunque Obama a “tenere sotto controllo” persone come il pastore Terry Jones, che ha bruciato copie del Corano. L’offesa a Maometto poi non è andata giù al premier egiziano, che ha sottolineato: “non accettiamo nessuna aggressione contro i nostri principi sacri”.
IL CAIRO – L’assedio all’ambasciata Usa del Cairo continua, come riferisce la Cnn, anche la mattina del 13 settembre. Circa 500 manifestanti stanno protestando e 12 persone sarebbero state arrestate. La maggior parte dei feriti sarebbe rimasta vittima del fitto lancio di pietre da parte dei manifestanti.
Secondo quanto riportato su alcuni siti americani, alcune auto sarebbero state rovesciate e date alle fiamme. La tensione èsalita quando alcuni manifestanti hanno nuovamente tentato di violare il perimetro dell’ambasciata Usa cercando di aprire una breccia nel recinto di filo spinato che protegge l’edificio. La polizia sarebbe comunque riuscita a respingere i manifestanti più scalmanati verso la vicina piazza Tahrir.
(Foto Ap/LaPresse)
SCONTRI IN YEMEN – Una folla di manifestanti ha assaltato l’ambasciata di Sanaa, in Yemen, in segno di protesta contro il film su Maometto ritenuto blasfemo. La polizia ha cercato di allontanare i manifestanti ed ha esploso colpi di arma da fuoco in aria per cercare di disperdere la folla. Alcuni dimostranti sono riusciti a oltrepassare il recinto dell’ambasciata e hanno dato fuoco ad alcuni veicoli che erano parcheggiati, poi gli agenti li hanno allontanati. Durante gli scontri uno dei manifestanti è stato ucciso e altre 5 persone sono rimaste ferite.
MAROCCO – Anche il Marocco ha registrato violente proteste contro il film su Maometto. Con una mobilitazione fatta partire sui social network, centinaia di persone si sono riunite a Casablanca, in boulevard Moulay Youssef, dirigendosi verso la vicina sede del consolato degli Stati Uniti. I manifestanti si sono scontrati con il dispositivo di sicurezza della polizia e alla fine una dozzina di persone sono state messe in stato di fermo. La folla comunque non ha potuto raggiungere l’edificio del consolato. La protesta è andata avanti per circa tre ore, con i manifestanti che urlavano slogan contro il presidente americano Obama e chiedevano l’allontanamento del console statunitense.
IL FILM – Il sito di condivisione di video YouTube ha reso noto di aver bloccato l’accesso in Libia e in Egitto al film anti-islamico ”L’innocenza dei musulmani”, che ha provocato violenze anti-americane nei due paesi. Il film resta visibile altrove. Youtube ha spiegato la decisione in un comunicato:
“Data la situazione molto difficile in Libia e in Egitto, abbiamo temporaneamente bloccato l’accesso (al film) in questi due paesi. Noi pensiamo alle famiglie delle persone uccise negli attacchi ieri in Libia. Noi lavoriamo per creare una comunità che tutto il mondo apprezzi e che permetta a ciascuno di esprimere un’opinione differente. E’ una sfida, poiché quello che è senza problemi per un paese, può essere offensivo per un altro. Questo video, largamente disponibile su internet, rientra nella nostra linea di condotta e resterà quindi su YouTube”.
OBAMA CHIAMA LIBIA ED EGITTO – Il presidente americano Barack Obama ha telefonato ai leader di Libia e Egitto per discutere con loro di cooperazione nel campo della sicurezza dopo il sanguinoso attacco di Bengasi contro il consolato americano e le manifestazioni del Cairo contro l’ambasciata.
La Casa Bianca ha annunciato che Obama ha chiesto alla Libia di collaborare con Washington, perché vengano arrestati e assicurati alla giustizia gli assassini dell’ambasciatore americano Chris Stevens e degli altri tre cittadini americani uccisi a Bengasi , ed ha insistito perché l’Egitto rispetti i suoi impegni in materia di protezione delle rappresentanze americani e dei loro dipendenti.
MORSI RISPONDE AGLI USA – Il presidente egiziano Mohamed Morsi ha chiesto ad Obama, parlando alla tv di stato egiziana, di “prendere misure dissuasive contro chi cerca di demolire le relazioni con gli Usa” ed ha espresso le condoglianze per l’uccisione dell’ambasciatore Chris Stevens nell’assalto al consolato Usa in Libia.
Morsi, riferendosi alle ”misure dissuasive” ha fatto riferimento a padre Terry Jones, sottolineando che ”è la stessa persona che ha cercato di bruciare il corano e ora cerca di offendere il profeta. Noi non aggrediamo nessuno e non accettiamo nessuna aggressione contro i nostri principi sacri”.