LONDRA – Estimate, il cavallo di proprietà della regina Elisabetta vincitore della prestigiosa Gold Cup nel 2013, è risultato positivo a un controllo antidoping. Il cavallo, infatti, aveva nel sangue tracce di morfina, sostanza illecita nei periodi di gara. Le prime indicazioni sembrano ipotizzare che i test positivi siano dovuti a mangime contaminato.
Così su Repubblica Enrico Franceschini racconta l’imbarazzo di Buckingham Palace:
La settimana scorsa era stata la British Horseracing Authority a rivelare che cinque cavalli erano risultati positivi alla morfina, ma non ne aveva rivelati i nomi e quindi neppure l’identità dei proprietari. Adesso si comprende meglio il motivo di quella prudenza o cortesia, nella fattispecie riservata a tutti i galoppatori, ma probabilmente motivata dalla presenza nel gruppo dei “drogati” di quello che appartiene a Elisabetta II. Ciò ha consentito che sia stato palazzo reale ad annunciare per primo la sgradevole notizia: quando il colpevole si autodenuncia, in un certo senso è già mezzo perdonato.
La teoria che filtra dal palazzo di sua maesta è che non si sia trattato di doping intenzionale:
Buckingham Palace sottolinea però che le tracce di morfina nel sangue del cavallo di Sua Maestà sono dovute a un problema di mangime contaminato: ovvero non si tratta di un dopaggio doloso, voluto, ma casuale, involontario. E sarà certamente così. Ma questa è anche la scusa di prammatica di quasi tutti i proprietari di cavalli (e spesso pure di corridori che di gambe ne hanno soltanto due): non l’ho fatto apposta, sarà stata una sostanza finita nel cibo o nelle medicine a mia insaputa. Grande esperta di corse e di cavalli, Elisabetta i proprietari imbroglioni li conosce sicuramente tutti, e di trucchi nel galoppo deve averne sentiti tanti in vita sua. Si può immaginare la sua rabbia all’idea che ora qualcuno possa sospettare di lei, o del suo allenatore.
I commenti sono chiusi.