Expo, scontrino da 115 euro FOTO. Cliente racconta: “Sapevo quanto avrei speso”

MILANO – La ricevuta del ristorante da 115 euro ospitato dal padiglione del Giappone dell’Expo, è stata pubblicata dal cliente stesso in un blog scatenando un mare di polemiche. Si tratta di 110 euro pagati per un  menu tipico, il Kaiseki Hana, e 5 per un’acqua frizzante. Prima l’indignazione generale, poi qualche operazione di photoshop avrebbe trasformato lo scontrino della discordia una bufala. Andrea è il ragazzo che ha mangiato al padiglione giapponese. Per evitare che venga accusato di essere un millantatore oppure uno di quelli che parlano a tutti i costi di Expo, ha voluto raccontare in prima persona la verità rispondendo alle diverse questioni sollevate a suo parere ingiustificatamente. Il giovane spiega che lui non ha mai detto di aver speso troppo:

“Lo stand giapponese ad Expo propone due opzioni – scrive -, una a prezzi popolari con vari tipi di menu e questo ristorante che ha circa 20 coperti con personale giapponese venuto apposta per l’evento”.

Iil “Kaiseki” in patria è una delle specialità più ricercate. Si tratta di un menu composto da molti assaggi di varie specialità, pesce e non solo. E ricercato, come si sa, vuol dire costoso:

“Nessuna sorpresa nel conto, sapevo quanto avrei speso, ed anzi, al contrario di quanto avviene in Italia, non mi è stato addebitato il coperto ed il servizio, ottimo peraltro. Il menu degustazione propone porzioni piccole, ma ciò capita in molti ristoranti di lusso. Nessuna “truffa” o spiacevole sorpresa, quindi”.

Andrea spiega perché il suo scontrino fosse il secondo della serata, battuto alle 21.08 del 1 maggio, il giorno inaugurale:

“Si è fatta ironia sul fatto che il mio fosse solo il secondo scontrino, ma ciò è dovuto al fatto che ho cenato molto presto e che il posto ha a disposizione pochissimi posti, tanto che alcune persone non sono state accolte”.

Insomma, a detta di Andrea la storia dello scontrino troppo caro (Blitz Quotidiano aveva comunque scritto che si trattava di un pasto elaborato composto da diverse portate) è stata inventata solo per creare polemiche.

“Lo scontrino è stato strumentalizzato per far intendere che ad Expo il cibo costa carissimo, in realtà ci sono opzioni per tutte le tasche. Invece, se devo fare una polemica, la riservo alle modalità assurde per ottenere la fattura. Ad esempio, alla richiesta viene consegnato un modulo in cui si spiega che “La richiesta della fattura deve essere trasmessa (via mail e con vari allegati richiesti) entro e non oltre la mezzanotte del giorno di emissione dello scontrino”. Ora, pensate a chi finisce di cenare verso le 11″.

Andrea conclude dicendo che l’esperienza da 115 euro è stata alla fine positiva:

“Non sono miliardario, ma non sono pentito della scelta fatta e anzi consiglio a tutti di visitare Expo”.

 

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