NOLA (NAPOLI) – Finti cadaveri insanguinati in strada per attirare l’attenzione sulla collega morta suicida. Succede a Nola in provincia di Napoli: a compiere il gesto è un gruppo di operai che protestano contro la Fiat per il suicidio di Maria Baratto, operaia cassintegrata, 47 anni. I militanti del Comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat hanno deciso di mettere a segno questa protesta clamorosa la mattina di oggi 27 maggio, pochi giorni dopo la morte della collega, il cui corpo è stato rinvenuto solo ieri, ossia 4 giorni dopo, nel suo appartamento di Acerra.
Gli operai si sono cosparsi di vernice rossa e si sono stesi davanti alla fabbrica di Maria fingendosi cadaveri: “Come morti ammazzati, gli stessi che sta provocando quest’azienda”. L’operaia si è suicidata mercoledi 21 maggio dandosi una serie di coltellate all’addome.
Il Mattino ricostruisce la vicenda della Baratto:
“Era in cassa integrazione da sei anni di fila. Come in un tragico paradosso due anni fa la donna aveva scritto una lettera-denuncia sui suicidi e sui tentati suicidi degli operai della Fiat di Pomigliano e dell’indotto. Le proteste non si fermeranno. Mercoledì i militanti dello Slai Cobas e della Fiom manifesteranno davanti al palazzo della giunta regionale, a Santa Lucia. Vogliono sapere che ne sarà di loro, quali sono le prospettive del reparto logistico, un impianto creato dalla Fiat nel 2008 trasferendo dallo stabilimento automobilistico di Pomigliano 316 operai. Un reparto fantasma, che non è mai entrato in funzione: tutti sono in cassa integrazione da sei anni”.
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