LONDRA – “Erano mezza tonnellata di aggressività e pura cattiveria”. Per questo l’allevatore britannico Derek Gow ha dovuto mandare al macello le sue nazi-mucche, provenienti da una mandria creata da due zoologi della Germania hitleriana nel tentativo di far risorgere il mitico Uro, un enorme bisonte protagonista della mitologia ariana. Il progetto fu assegnato a due fratelli, Lutz e Heinz Heck che all’epoca del Terzo Reich setacciarono l’Europa alla ricerca delle razze bovine più primitive e le incrociarono tra loro nella speranza di ottenere il loro comune antenato: l’uro, il cui ultimo esemplare – si narra – morì in una foresta polacca nel 1627.
Furono poi gli stessi nazisti a distruggere il loro progetto, ma 13 esemplari della razza Heck, così ribattezzata dal nome dei due scienziati, sfuggirono all’epurazione e approdarono da un parco del Belgio alla fattoria di Mister Gow al Broadwoodwidger, sul confine del Devon-Cornwall nel 2009.
Ben presto però il nazi-cowboy ha dovuto rinunciare al suo discutibile sogno. Le imponenti mucche dalle lunghe corna arcuate e dall’ispido manto color ruggine erano troppo feroci. Avevano tentato più volte di uccidere i loro allevatori e così Gow è stato costretto ad abbattere sette su 13 dei suoi esemplari per la loro intrattabilità.
”Sono di sicuro gli animali più aggressivi con cui abbia mai avuto a che fare”, ha detto l’allevatore che non è certo un inesperto. “Ho lavorato con i bisonti e i cervi – ha spiegato – e non ho mai incontrato niente di simile”. Intanto però c’è qualcuno che pensa di salvaguardare gli ultimi sei esemplari rimasti, forse per commercializzare le salsicce “nazi” che lo stesso Gow ha definito molto sapide.
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