LIMA – Rischiano di rovinare le linee di Nazca, uno dei siti archeologici più importanti del mondo, per scrivere una frase sui cambiamenti climatici. E il governo peruviano ha già presentato una denuncia contro alcuni militanti di Greenpeace. Questa la storia. Per attirare l’attenzione durante la conferenza internazionale delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico che si sta tenendo in Perù alcuni volontari di Greenpeace sono entrati di notte, senza autorizzazione, nel sito delle Linee di Nazca, la serie di geoglifi che si trovano sul tratto fra le città di Nazca e Palpa, nel sud del Perù. Nei pressi di una delle più note figure, un colibrì, i volontari hanno posizionato delle lettere di stoffa molto grandi per formare il messaggio “Time for change! The future is renewable. Greenpeace”.
Il blitz però si è trasformato in un boomerang e ha scatenato l’ira del vice ministro della Cultura, Luis Jaime Castillo, che ha parlato di “un vero e proprio schiaffo a tutto quello che i peruviani considerano sacro”. Il vice ministro ha poi sottolineato che una denuncia è stata presentata presso la procura di Nazca, per evitare tra l’altro che “i responsabili possano uscire dal paese”. Greenpeace dopo le proteste del governo peruviano ha pubblicato un comunicato per chiedere scusa: “Capiamo perfettamente che è una figuraccia – ammettono – Anziché mandare un messaggio davvero importante ai leader riuniti a Lima per i colloqui sul clima delle Nazioni Unite, ci siamo rivelati senza cura e grossolani. Abbiamo incontrato il ministro per la Cultura peruviano, responsabile del sito, per chiedergli scusa”.
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